Quando si dice il caso
di Alberto Galanti---08-11-2021
Stamattina sono salito alla stazione Cipro della Metro A direzione Anagnina. A Termini molti passeggeri sono scesi e uno di loro ha dimenticato un libro sul sedile vicino al mio. Il suo titolo era 'La vita degli scarabei stercorari'. Incuriosito prendo il libro e, per abitudine, lo giro per leggerne la quarta di copertina, dove era spiegato che 'Gli scarabei stercorari sono animali coprofagi: realizzano sfere di escrementi per trasportarle in un nascondiglio sicuro. Alcuni scarabei masticano le parti solide degli escrementi, mentre altri ne risucchiano i liquidi...'
Nello sfogliare il libro mi cade, piegata in due, una pagina probabilmente staccata da un quaderno a righe di terza. La raccolgo, l'apro e leggo, scritti a mano con una grafia elegante a inchiostro blu, questi versi composti in una metrica improbabile e con una rozza semplicità, senza cancellature o ripensamenti. Ne offro a tutti una copia fedelmente trascritta:

A corto di escrementi per i ventilatori
in un noto Quotidiano purgano i redattori
che appesi a delle corde defecan sulle pale.

Capita loro, a volte, di schizzar per errore
sulla copiosa bava del loro Direttore

Lui è buono e li rincuora da vero intenditore:
'Tranquilli, è nutriente, il sapor non è male,
fatene tanta per il mio giornale'.