Tutti utili e nessuno indispensabile.
di Carlo Corridoni---12-01-2022
La quotidiana consuetudine col borborigma, con l'invettiva o il proverbio, alla lunga mi deve aver corrotto il linguaggio.
Sicché, nella video-conferenza di ieri, mi è 'scappato' di bocca un modo di dire che, seppure efficace, ho sempre aborrito:
TUTTI UTILI E NESSUNO NECESSARIO.

Come fu detto, è vero che ''Voce dal sen fuggita, più richiamar non vale ...'', ma sento il bisogno di precisare il significato dell'adagio per il fatto che mi riferivo a due politici eccellenti, che pure stimo e ai quali riconosco meriti indiscutibili, come Sergio Mattarella e Mario Draghi.
Io non dimentico le circostanze dell'elezione di Sergio Mattarella, intervenuta dopo l'eccezionale proroga di Giorgio Napolitano e che comportò il cambiamento di politica appena intrapreso da Matteo Renzi, inizialmente improntato alla normalizzazione dei rapporti con l'opposizione.
Nemmeno dimentico la minaccia di 'impeachment' verso lo stesso Mattarella adombrata dal M5S prima del c.d. governo Conte 1 e le nomine sia del c.d. Conte 2 sia del Governo di 'Salute Pubblica' finalmente presieduto da Mario Draghi.
Non possiamo non prendere atto di un'evidente disfunzionalità delle nostre Istituzioni democratiche, che ancora non esplicano appieno le loro potestà costituzionali, e che le crisi di governo succedutesi subito dopo le ultime elezioni politiche si siano tutte concluse, concluse parzialmente, senza vere risoluzioni stabili.
Una cosa, però, stiamo imparando dall'esperienza: ci accorgiamo come siano necessari politici competenti, osserviamo come i ministri e i commissari debbano espletare le loro funzioni puntualmente, come - forse - questa preparazione apicale possa trasmettersi e generare a cascata un effetto ricostitutivo del funzionariato negli apparati dello Stato e nelle articolazioni pubbliche.
Un presidente del Consiglio dei ministri non si può improvvisare, e deve essere selezionato fra Uomini prestigiosi, che sanno le cose.
La Logistica, per esempio, va conosciuta a fondo, come la pratica quotidianamente un generale degli Alpini, e così tutte le competenze che - troppo spesso - si è pensato di poter surrogare con prestatori dilettanti. Qualche volta, ma non sempre, bene intenzionati.
Non credo che Sergio Mattarella o Mario Draghi siano in possesso di poteri taumaturgici: più li osservo e meglio capisco come siano dei veri 'manager', degli attivatori di risorse umane, risorse che, beninteso, hanno trovato già preparate sul campo, e che hanno collocato laddove avrebbero potuto dare il meglio di sé.
Sarà tanto difficile individuare politici che abbiano le stesse capacità? Quando cominceremo a mostrare prospettive di sviluppo ai c.d. costruttori? A quei portatori della finora minorata 'cultura del fare'?
(Purtroppo, anche questo fu uno slogan di berlusconiana memoria ...)
L'adagio che ho usato, e che ha un'accezione feroce nel predicare la non necessarietà di chicchessia, SIAMO TUTTI NECESSARI ALL'EDIFICAZIONE DI UN'UMANITA' CONSAPEVOLE, voleva dire solo questo: esistono sicuramente politici in grado di cogliere gli esempi forniti da Sergio Mattarella e Mario Draghi, anzi in grado di implementare il loro modello appena costituito.
Mantenere per principio lo statu quo continuerebbe a procrastinare la disfunzione del nostro Stato democratico, ci condurrebbe alla lunga ad una tutela permanente dei nostri spazi di cittadinanza.
Care cose