La quinta colonna
di Rosy Ciardullo---09-04-2022
Come si può attaccare un paese libero ed indipendente come l’Ucraina, dove la libertà di stampa preesiste alla guerra , con le strade che pullulano di duemila giornalisti provenienti da ogni paese del mondo? Che armati di cellulari e video camere, inchiodano i responsabili delle azioni criminose alla verità dei fatti, anche attraverso le testimonianze dei sopravvissuti. Testimoni che possono documentare fatti e persone, orari e territori, circostanze e comportamenti ritenuti in netto contrasto perfino con i codici di guerra (già brutta di suo!). Montagne di documenti e di prove sono già pronti per essere al vaglio di esperti e giudici che hanno valutato gli stessi crimini in altre guerre prima di questa.

Il testimone è il protagonista vero di questa sporca guerra, il sopravvissuto che ha visto tutto e che non ha età . I bambini porteranno con sé il sentimento di odio per la barbarie che ha spezzato la loro infanzia. La memoria collettiva dei lutti e la ferocia incontrollata su cose e persone. Con le parole, il racconto e l’esperienza, le vittime di queste vicende con gli occhi che hanno smarrito le emozioni, testimonieranno ciò che hanno visto. Questa è la novità di questo conflitto raccontato e vissuto da vicino su larga scala. Perché le testimonianze rese ai giornalisti che sono gli agenti della libera informazione, peseranno come pietre in sede di giudizio. Testimoni e giornalisti, alla fine delle ostilità saranno i soggetti chiave per fornire una narrazione veritiera dei fatti. Non si tratta della solita operazione di denuncia portata avanti soltanto da esponenti delle Ong. Che si pensa sempre politicamente orientata.

Ci si potrebbe chiedere perché non sia successo lo stesso in altre guerre e devastazioni che avvengono in molti luoghi del mondo. Ma incontrovertibilmente la guerra è scoppiata vicino a noi, nel cuore dell’Europa. E’ stato attaccato incautamente uno stato libero e sovrano in odore di prossimo partenariato europeo insieme alla Finlandia.

Anche il comportamento di Zelesnky è un’ anomalia rispetto al passato. E’ un capo di stato che autonomamente rivolge il suo grido di dolore al mondo, da ogni sede istituzionale come ONU e Parlamenti nazionali (in videoconferenza), per chiedere aiuto ed interrogare le coscienze. Per spiegare le ragioni dell’Ucraina e i motivi di preoccupazione per le mire espansionistiche di Putin che, come fece già Stalin e quindi con l’occhio rivolto al passato, vorrebbe riesumare il vecchio Impero russo. Forzando gli assetti mondiali in cui da una parte, ad Oriente, in blocco si muoverebbero Cina, India e molti stati africani contro l’Occidente. Che intanto si riarma.