227. I due lavori
di Carlo Corridoni---10-05-2022
Cari Iscritti a Parlare.
In ordine all'interessante video-conferenza di ieri, e a margine delle diverse argomentazioni per proseguirne e approfondirne le tematiche (spero presto), osservo ancora una volta come il paradigma 'lavoro' venga solo occasionalmente utilizzato nelle questioni dell'Economia e della Finanza.
La nuova emergenza della guerra in Ukraina, che si accoda ai disastri del CoViD rischiando di superarne il già gran danno, impone di riconsiderare sotto una nuova luce tutte le risorse del Paese, al fine di valorizzarle e coordinarne la più vantaggiosa utilizzazione.
Il nostro Paese non ha giacimenti di materiali energetici e manca di materie prime, tutte risorse le cui forniture sono messe a rischio dalla guerra.
Sicché la nostra risorsa di gran lunga più disponibile (oltre al Sole, ai Beni ambientali e culturali, ai giacimenti archeologici, consiste nel Lavoro dei cittadini e nelle loro competenze organizzative dei servizi.
Aggiungo che al lavoro prodotto dai cittadini italiani andrà ad aggiungersi quello disimpegnato dalla crescente quantità di lavoratori non italiani, a diverso titolo dimoranti in Italia.
Ecco: quella che considero la nostra risorsa fondamentale consta del Lavoro in tutte le sue declinazioni, accezioni e articolazioni possibili.
Non distinguo, in questa Sede, fra lavoro imprenditoriale e lavoro dipendente, l'ho già fatto nel Sistema del Gransimpatico il primo e il cinque maggio, ma avverto come sia ancora dirimente distinguere - purtroppo - fra le sue molte tipologie, perfino quando si tocchino argomenti di Economia e Finanza.
Vale a dire, in quel mondo descritto da indicatori fittizi, nel quale gli imprenditori creerebbero ricchezza mentre gli esercenti lavoro dipendente (in gran parte operai e impiegati) la consumerebbero soltanto.
Oggi converrebbe investire soprattutto in formazione!
4C