Che dire sull'incendio della Bancarella del Professore?
di Alberto Galanti---10-07-2022
Intere aree di Roma in questi giorni sono state divorate dalle fiamme. Sono fatti che hanno sconvolto la vita di chi abita vicino a questi luoghi e che hanno colpito e impensierito chiunque, nella città e fuori, ha la sensibilità di valutare il danno ambientale e, se si riveleranno dolosi, la ferita alla coesione civile e sociale.
Parlare della Bancarella di Piazzale Flaminio e del fuoco che ne ha bruciato libri e scaffali appare quantomeno riduttivo. Libri usati che si fa presto a sostituire e strutture facilmente rimpiazzabili. Solo che quella bancarella era, ma voglio dire è, una delle mete abituali delle mie passeggiate da tantissimi anni. Me ne sono innamorato il giorno che vidi nella catasta degli scolastici d'epoca, un libro introvabile su cui avevo studiato nel 1966 e nel 1967 e su cui avevo preparato l'esame di Stato, quando si era obbligati a portare tutte le materie del corso di studi. Un libro eccellente ma centrato su apparecchiature a valvole termoioniche. Nella fabbrica in cui nel 1970 avrei cominciato a lavorare, già dal 1961 le autoradio si producevano a transistor. Obsoleto quindi? Per certi aspetti sì, ma quel volumone che comprai subito, ancora esercita su di me, che ho sempre amato studiare, un grande fascino. Era 'Radiotecnica generale' di Sante Malatesta, un testo di livello universitario che l'autore aveva concepito per i corsi dell'Accademia Navale di Livorno.
In quel mucchio sempre ordinato di libri di testo d'epoca ogni tanto ne trovavo anche altri su cui non avevo studiato ma che si presentavano in modo altrettanto affascinante. E naturalmente li compravo e li mettevo da parte.
Ecco, forse quella catasta di testi scolastici d'antan sarà difficilmente rimpiazzabile nella Bancarella del Professore.
Per questo il fuoco ha finito per bruciacchiare un po' anche me.