Il consumismo in politica
di Lucia Mastrofrancesco---16-07-2022
So di non dire niente di nuovo, ma sono convinta da tempo che la vera malattia della politica, in Italia e non solo, sia il consumismo. Un dato culturale, dunque, che governa gli elettori-consumatori o, meglio sarebbe dire, i consumatori-elettori. Nel mondo dell'usa e getta sono finite nell'indifferenziata anche le idee politiche e chi le rappresenta. Alcuni tenaci elettori, appassionati di politica, continuano a confrontarsi, a perorare le proprie idee e a votare, consapevoli che l'astensione è la sconfitta della democrazia, ma gli appelli al voto cadono sempre più nel vuoto. Il consumismo in politica è un fenomeno annoso: Berlinguer nel discorso agli intellettuali sull'austerità mandava un messaggio contro il consumismo nel quotidiano in nome di valori forti fondati sul rigore delle scelte. Fu frainteso dal suo stesso partito che vedeva in quell'appello la richiesta di una politica di sacrifici, senza coglierne la portata ideale. Oggi il consumismo ha aggredito tutto, anche il sistema politico: quanti esempi abbiamo di leader portati prima alle stelle e poi caduti in disgrazia, complice un'informazione fondata sul gossip, umorale, superficiale? Oggi siamo arrivati a un punto di non ritorno, temo. L'autorevolezza, l'impegno di Draghi sono stati buttati alle ortiche da politicanti da strapazzo che non sono in grado neppure di cogliere il ridicolo di una mancata fiducia parlamentare verso se stessi. In una contingenza drammatica per l'Europa e l'Italia i putiniani gongolano e non lo nascondono, mentre i cialtroni di casa nostra fanno calcoli di bottega. E il Pd ,che tanto ha inseguito i cinque stelle, ha mostrato di non essere in grado di convincere a fare scelte responsabili nessuno dei parlamentari del suo alleato fondamentale.