Elezioni, che cosa è successo
di Rosy Ciardullo---15-02-2023
E’ sufficiente recarsi alle urne per vedere dal vivo la disaffezione al voto. Solo persone anziane, neanche tante. Sta invecchiando anche l’abitudine di recarsi al seggio. E’ un fatto, che i giovani e non solo non acquistino un quotidiano, e si informino in altro modo, raramente. Tra le priorità della giornata c’è sicuramente la navigazione in rete, rapida, frettolosa, impersonale. Per carpire qualche notizia essenziale. Ma nell’essenziale non è compreso il dibattito, il confronto, non dico l’interesse che è già più complicato. L’informazione che concorre a formare le idee è circolare, emotiva, ricca di spunti e di dubbi, ha bisogno di soffermarsi per poi tornare indietro. Nella società della comunicazione, il dibattito si accende sui quotidiani, nei luoghi della cultura (librerie, cinema, circoli), negli approfondimenti televisivi e in alcuni talk show. Se si rifugge da qualunque strumento informativo per rifugiarsi in solitaria nella rassicurante cornice del cellulare, senza raccogliere notizie di eventi, raccordi, e non essere informati e mostrare interesse almeno per le più accese polemiche, come si può pensare di andare a votare?

Si moltiplicano gli interventi per capire le ragioni del disastro.
Ha ragione Annalisa Cuzzocrea su La Stampa (del 14 febbraio), quando enuclea tre temi che potrebbero fare da collante per un’eventuale unità delle opposizioni.
Sono: il salario minimo per rivolgersi ad un blocco sociale colpito dal basso guadagno, l’autonomia differenziata i cui danni potrebbero essere moderati da un’intesa che possa garantire i LEP (livelli essenziali di prestazioni) per attutire le
disuguaglianze nord/sud, infine, un accordo per l’applicazione dello jus culturae o jus scholae, che può essere un inizio di discorso sull’immigrazione. Un cartello interessante per un accordo su alcuni punti in comune. Ma non abbiamo nessuna certezza che questi temi possano riportare la gente alle urne.
Non so se è una questione di ingegneria politica ed elettorale, di insufficienza di leadership o di errori comunicativi, sicuramente ogni volta milioni di elettori si spostano e cambiano traiettoria. La novità del personaggio politico e la connessione emotiva con la gente accende forse la speranza del cambiamento.
Per molti anni, attraverso questi meccanismi, hanno beneficiato di questi stati umorali: Berlusconi, Grillo e adesso Meloni.

Nel Lazio, la regione che ha registrato meno morti in assoluto da COVID, non è stato assolutamente valutato l’effetto delle politiche sanitarie di D’Amato; in Lombardia, neanche un sussulto in memoria delle vittime da Covid, trasportate dai camion. Per lo più causate dalle carenze della sanità lombarda. E’ risultato più attrattivo votare per le forze politiche del laissez-faire che assicurano affari non tassati.
Se anche c’è un’insufficienza di leadership, è inquietante comunque l’assenza di senso civico e la responsabilità, anche negli elettori di sinistra, nei confronti del voto, l’unico istituto di democrazia di cui disponiamo.