Elly mobilita il consenso e supera l'immobilismo
di Rosy Ciardullo---27-02-2023
Elly è stata una sorpresa. E’ vero non l’abbiamo vista arrivare, era solo tra le ipotesi.
Gli elementi di diversità fondano la sua forza. E’ strutturata per essere. Nessuna politica democratica, tra quelle che si conoscono, avrebbe potuto vantare il suo back ground internazionale e poi nazionale, facendo sue esperienze che la rendono determinata a non accettare appartenenze e subalternità. E’ quasi straniera perché nasce a Lugano, nel Canton Ticino (Svizzera nel 1985) con cittadinanza americana, poi naturalizzata svizzera. Negli USA, negli anni 2008 e poi nel 2012, ha partecipato a Chicago alla campagna presidenziale di Barack Obama. Ha radici ebraiche da parte del padre, Melvin Schlein, di antiche origini Ucraine, politologo e professore americano, e di madre italiana Maria Paola Viviani, accademica di diritto pubblico presso l’Università di Insubria (Varese). Di respiro ampio che le permette di rappresentare la sua generazione affamata di diritti civili e sociali. Inclusiva con il gender, poiché dichiara la sua omosessualità. Perfettamente connessa alla generazione digitale e con quella filosofia della precarietà che affligge i giovani per l’assenza di lavoro e quindi di certezze.
Ha denunciato l’attacco del governo, attraverso i tagli a scuola e sanità. E’ antifascista senza sì e senza ma. Un fatto importante, visto il degrado culturale del Paese, la disaffezione al voto, l’indifferenza generale e la situazione in Parlamento (caso Donzelli -Lo Mastro, caso 41 bis e aggressioni squadriste davanti alle scuole).
Pensa ad un nuovo sistema di integrazione per gli immigrati e a nuove politiche nel Mediterraneo che regolino i flussi.

Per quanto riguarda la parte economica e fiscale e il mondo del lavoro, a mio avviso, non ci sono contraddizioni: non mi pare che la sinistra, area politica molto intellettualizzata, difetti di personalità accademiche anche di istituzioni europee, e di esperti, che vogliano spendersi per collaborare con la squadra vincente.
Quel che appare evidente, è che per mobilitare il consenso, è necessario oltre al carisma e al coraggio personale anche la connessione alle radici identitarie.