Una scoperta tardiva ...
di Stefano Minghetti---23-05-2023
E’ di questi giorni la notizia che il governo starebbe per presentare un emendamento nella legge delega fiscale per abolire il “superbollo”, una tassa aggiuntiva che, come è noto, viene applicata alle auto di grossa cilindrata. La motivazione sottostante è che tale tassa penalizzerebbe il mercato delle auto di lusso, finendo con essere più un danno per l’erario che un vantaggio.

Al di là delle specifiche motivazioni, colpisce la filosofia sottostante al provvedimento. Siamo infatti in piena “reaganomics”, come venne denominata la dottrina economica per cui conviene alleggerire il carico fiscale ai “ricchi”, perchè questo avrebbe ricadute positive su tutta l’economia. In questo specifico caso, le persone sarebbero più invogliate a comprare auto di grossa cilindrata, con effetti benefici sul settore automobilistico.

Può essere interessante notare che proprio negli Stati Uniti, patria della “reagonomics”, si sta assistendo a una revisione critica di tale scuola di pensiero, in quanto ci si è accorti che una politica fatta di tagli alle tasse, deregulation, delocalizzazioni ha colpito duramente segmenti importanti della classe media e dei lavoratori, alimentando in ultimo rabbie e tensioni che hanno indebolito la stessa democrazia americana. Tutto questo sta portando a tornare ad assegnare al settore pubblico un ruolo e una funzione cui i politici avevano troppo frettolosamente abdicato.

Insomma, l’impressione è che, come al solito, arriviamo con anni di ritardo ad applicare ricette di politica economica che il resto del mondo sta abbandonando, avendone sperimentato sia i limiti che gli effetti negativi.