Una nuova deterrenza per evitare una nuova guerra
di Piero Fortini---18-02-2024
Uno spettro si aggira per l'Europa: la guerra.
Per tanto o poco l'Europa si sia evoluta per corrispondere alle sfide contemporanee, comunque un obiettivo fondamentale l'ha pienamente colto:la guerra è stata del tutto bandita. Proprio nei Paesi che in soli 30 anni del '900 avevano causato due guerre mondiali. L'assenza di guerra per 77 anni è progressivamente entrata nel DNA dei cittadini europei. Essere in pace è diventata vita quotidiana.
Mai più è l'imperativo assoluto. L'Europa mai più responsabile di atrocità. E mai più è diventata l'aria che respiriamo, il lavoro che facciamo, le amicizie che coltiviamo. È diventata abitudine. Forma mentale.
Ma dal 24 febbraio 2022, con l'aggressione all'Ucraina molto è cambiato. Dal 7 ottobre 2023, con il progrom contro ebrei israeliani molto è cambiato.
E tale cambiamento radicale qui in Europa si stenta a percepirlo del tutto. E a trarne tutte le conseguenze. Non si tratta soltanto di filoputinismo o antiebraismo, che ci sono, sia nella destra che nella sinistra. È anche spiazzamento mentale. Si ha difficoltà a resettare 77 anni in cui la guerra è totalmente scomparsa dalle molecole della nostra vita. E accanto a chi avverte il pericolo in tutta la sua portata, c'è invece chi stenta a metabolizzare che la guerra torna a bussare, a scuotere le nostre porte.
E si preferisce che altri, ucraini e israeliani, combattano una guerra che è anche nostra. Hanno, ucraini e israeliani, la nostra delega, la nostra procura. Combattete pure sui vostri territori, noi tifiamo per voi. Mentre continuiamo la nostra vita tranquilla, in pace appunto.
E si vorrebbe un compromesso che ponga fine alle ostilità, tanto l'Ucraina non la vince questa guerra. E si vorrebbe un cessate il fuoco, tanto al conflitto tra israeliani e palestinesi non ci sarà mai fine. Che si assopisca al più presto questo rumore di fondo. E queste immagini crudeli che siamo costretti a vedere in TV all'ora di cena. Si vuole costringere a guerre locali quello che invece è un attacco senza quartiere al nostro mondo libero, al nostro modo di vivere, la terzietà del diritto, la libera circolazione di parole, idee, persone, beni, servizi, tecnologie. E lo fanno con la guerra., le uccisioni e gli stupri, materiali e morali.
All'idea di guerra bisogna tornare a pensare, non è più un tabù. La guerra di resistenza a difesa della nostra esistenza. Oggi Ucraina e Israele, domani un poi più in qua. O molto più in qua. Perfino in casa nostra. Questa possibile china si evita con fatti concreti, non col tirarsi fuori o il pensare di essere comunque al sicuro.
L'Europa deve accelerare repentinamente le tappe per una difesa comune, per la strutturazione di un esercito comune. Per una politica estera comune. Per essere un'entità decisiva nello scacchiere mondiale. Per far prevalere una voce di pace.
Ma Putin e Hamas non capiscono parole di pace. Nemmeno le ascoltano. Costoro si fermano solo davanti a una manifestazione di forza. La forza potenziale della Nato, la determinazione degli Usa e delle nazioni del mondo libero. La forza potenziale dell'Europa. Nè Venere nè Marte. Fermezza. Convinti che la parte del mondo che abitiamo è la migliore possibile, per questo è sotto attacco. Per questo va difesa, a oltranza se necessario.
Spezzare un tabù, reintrodurre l'idea di una guerra giusta ed essere pienamente disposti a combatterla. Per evitare davvero, nel concreto, una nuova guerra. Per garantire altri 77 anni di pace.