Lode al voto disgiunto
di Alberto Galanti---29-02-2024
Tre riflessioni sulle elezioni sarde.
Per prima, la incredibile e singolare lentezza delle operazioni di scrutinio in quella regione. Nel 2019 i risultati ufficiali degli eletti furono comunicati un mese dopo il voto. Vediamo stavolta come andrà, anche se lunedì 26 u.s. il buongiorno s'era già visto dal.. pomeriggio avanzato. Io da giovane ho fatto lo scrutatore o il rappresentante di lista almeno 15 volte. So come si vota e come si procede allo spoglio. Ci possono essere in qualche sezione elettorale presidenti o scrutatori che per inesperienza o particolare prudenza allungano le operazioni. Non mi spiego però come ci possa essere una tale differenza nei metodi e nei tempi, uniformemente distribuita nelle varie sezioni, tra una regione e un'altra. Suggerirei alla neo Presidente di mettere intorno a un tavolo una squadra di esperti in ingegneria di processo, per risolvere una volta per tutte un problema che non fa onore alla sua terra.

La seconda riflessione riguarda il cosiddetto 'voto disgiunto'. È stato utile rilevare come in questa elezione tale voto sia stato determinante.
Le liste che sostenevano Soru hanno preso 54.509 voti. Le liste che sostenevano la Todde ne hanno presi 290.318. Le liste che sostenevano Truzzu ne hanno presi 333.050. Il centrodestra ha totalizzato ben 42.732 elettori in più della coalizione PD-M5S-AVS. Eppure questo vantaggio non è bastato a vincere perché la Todde con un suo successo personale ha portato ben 40.301 voti in più delle sue liste, mentre Truzzu ne ha portati 5.355 in meno. Pochi ma sufficienti a fargli perdere la competizione. Cosa se ne può dedurre? Ritengo che il voto disgiunto in questo particolare caso si sia configurato come un surrogato del ballottaggio concentrato in un solo turno. Ritengo anche che possa dare un'idea di come potrebbe essere utile un doppio turno che consenta al cittadino di votare prima la lista o la coalizione che lo rappresenta meglio e poi, tra i candidati più votati, quello che ritiene il più adatto tra i due contendenti rimasti.

La terza riflessione riguarda l'insuccesso registrato dalla coalizione di Soru, che non ha raggiunto il quorum del 10% per avere rappresentanti nel consiglio regionale. In Sardegna non si poteva fare altro ed è stato giusto provarci. La regola non può che essere questa: ci si allea se si condividono le scelte di fondo di una delle due coalizioni e se si stima la candidata o il candidato che sostengono. Quando questo non accade, è bene distinguersi testimoniando una diversità o scegliendo di non presentarsi. Se ci fosse un reale doppio turno, la successiva scelta sarebbe più semplice.