Le leggi delle donne che hanno cambiato l'Italia
di Lucia Mastrofrancesco---03-03-2024
Alcuni giorni fa si è tenuto a Palazzo Valentini un convegno di grande interesse promosso dalla Fondazione Nilde Iotti. Un parterre di dirigenti vecchie e nuove della sinistra e di donne che hanno partecipato alle numerose battaglie femminili e femministe, come si usava dire in tempi lontani, per sottolineare le differenze tra chi lottava per l'emancipazione e chi per la liberazione.
Si presentava la nuova edizione del libro 'Le leggi delle donne che hanno cambiato l'Italia', un libro prezioso di consultazione e non solo. Dagli interventi plurali è emerso, ai miei occhi, un dato significativo: nella legislazione al femminile si saldava la dicotomia tra emancipazione e liberazione( un'ovvietà che però mai mi era apparsa così chiara) evidenziando inoltre che le leggi volute dalle donne hanno cambiato l'Italia, il suo modo di rappresentarsi e ampliato enormemente la democrazia del nostro paese. Un emozionante documentario ha preceduto gli interventi. Ho visto sfilare, con non poca commozione, le immagini delle donne che da diverse realtà politiche in un confronto proficuo hanno costruito tenacemente il percorso che ha portato a importanti leggi e non solo quelle universalmente conosciute, ma anche leggi più 'sotterranee' che hanno, tassello per tassello costruito una nuova identità del nostro paese. Un contributo molto significativo è venuto da Livia Turco che ha con forza richiamato la necessità di conoscere la leggi, conditio sine qua non per agire nella società e far valere i propri diritti. Tra gli interventi l'unico che non mi ha convinto è stato quello di Gotor che ha mostrato, secondo me, la difficoltà degli uomini a parlare delle donne e il grande percorso che devono ancora fare. Tuttavia, sia chiaro, apprezzo sempre la buona volontà e il mettersi in gioco.
Per chi fosse interessato sul sito della Fondazione (cliccare sul link in basso) è possibile trovare materiali utili tra cui la presentazione della nuova edizione ad opera di Alessandra Tazza, simpatizzante della nostra associazione.