Una soluzione per Gaza
di Rodolfo Lichtner---01-08-2025
è evidente a qualsiasi persona ragionevole che osservi obiettivamente i fatti – ma sembra sfuggire alla maggioranza dei commentatori – che esiste una soluzione semplice e praticabile per far finire immediatamente la guerra di Gaza e permettere a tutti gli abitanti di Gaza e di Israele di stare finalmente in pace, e agli agitati commentatori internazionali di andare a occuparsi di cause più meritevoli.
Basterebbe che Hamas lasciasse la Striscia con tutti i suoi soldati e i suoi seguaci e collaboratori, e si trasferisse in uno dei tanti paradisi mediorientali nei quali sappiamo essere benvenuto.
Naturalmente, dopo aver liberato tutti i suoi prigionieri, e cioè i cosiddetti ostaggi israeliani che ha torturato per 22 mesi, e gli abitanti di Gaza che Hamas per qualsiasi motivo ha rinchiuso in prigione nei sotterranei.
Una soluzione semplice e banale che sembra sfuggire alle acute menti dei detrattori di Israele, a cui non pareva vero di avere finalmente una giustificazione per condannare il Paese e il Popolo che tanto odiano.
Quanto all’Iran, dovrebbe rassegnarsi a perdere una preziosa pedina sulla sua scacchiera di tormenti che ha architettato ai danni di Israele e degli Ebrei.
Non ultimo, coloro che in Europa sognano di appropriarsi di un pezzo di Israele dovranno rassegnarsi ad aspettare altri mille anni fino alla prossima occasione.

Per quanto riguarda la Cisgiordania, e i cosiddetti insediamenti tanto odiati dagli antisemiti del BDS, c’è una soluzione anche lì.

La soluzione è correggere l’errore del sessantasette, quando furono annessi Gerusalemme est e il Golan, ma furono lasciati in una situazione indefinita gli altri territori abbandonati dalla Giordania in ritirata.

Ovviamente annettere tutto il territorio sarebbe la soluzione più sbagliata, perché comporterebbe la cittadinanza israeliana per milioni di arabi non proprio amichevoli.

La soluzione giusta è annettere a Israele le zone desertiche (deserto di Giuda, Mar Morto, Valle del Giordano) e gli insediamenti già consolidati, e concedere la piena indipendenza ai territori rimanenti. Con una robusta muraglia sul confine.

Per quanto riguarda Gerusalemme, mantenere l’attuale annessione della Città Vecchia e aree archeologiche, ma non quella dei quartieri interamente arabi. Anche qui, con una separazione invalicabile.

Finirebbero così le accuse di colonialismo e di maltrattamenti dei contadini, e finirebbero le incursioni di terroristi in Israele. Il confine dovrebbe essere rigidamente controllato, con la cessazione dei permessi di lavoro in Israele.

E’ ormai necessario ammettere che l’auspicata convivenza di due popoli non ha funzionato, per la perdurante ostilità di molti arabi, e che una rigida separazione è l’inevitabile soluzione.

I palestinesi avranno il loro aeroporto, oltre a poter usufruire di quello di Amman, e il loro porto a Gaza, e nella giordana Aqaba, e non dovranno, non potranno, attraversare il territorio di Israele per recarsi all’estero.

Per quanto riguarda il difficile problema del trasporto tra Cisgiordania e Gaza, era stato proposto un tunnel, ma non so se sia davvero realizzabile, e se sia sicuro.

estratto da un mio articolo pubblicato in osservatorioenzosereni.it