Un estratto da Il Riformista
di Rodolfo Lichtner---03-08-2025
Ieri la Repubblica intitolava così un’intervista allo scrittore israeliano David Grossman: “Grossman: è genocidio. Mi si spezza il cuore ma adesso devo dirlo”. Un volgare falso. Perché è vero che, nel corso dell’intervista resa alla giornalista di Repubblica, Francesca Caferri, il grande scrittore usa più volte quella parola, “genocidio”.

Ma mai per dire che c’è. Anzi, Grossman illustra le ragioni per cui a suo giudizio è inappropriato e pericoloso usare quella parola a proposito di Israele e della guerra di Gaza. Dice Grossman: “‘Genocidio. È una parola valanga: una volta che la pronunci, non fa che crescere, come una valanga appunto. E porta ancora più distruzione e più sofferenza”. Grossman, nell’intervista, spiega di aver sempre fatto di tutto affinché quella parola non fosse usata, e quando dice di avere il “cuore spezzato” non si riferisce affatto al genocidio che c’è, ma al fatto che se ne parli, al fatto che si adoperi ormai diffusamente quella parola, che lui giudica d’uso improprio e distruttivo. Lo spiega anche meglio in una parte appena successiva dell’intervista, quando dice: “Dobbiamo trovare il modo di uscire da questa associazione fra Israele e il genocidio. Prima di tutto, non dobbiamo permettere che chi ha sentimenti antisemiti usi e manipoli la parola 'genocidio' ”.