296. Il vento di Fellini.
di Carlo Corridoni---07-10-2025
Nei film di Fellini si ode spesso come un sibilare di vento, anche al coperto, perfino sottoterra - come in Roma - o nella nebbia (Amarcord).
Questo vento mi ronza nelle orecchie da ieri pomeriggio, quando componevo la filastrocca del Gransimpatico di oggi: un segno chiaro che mi stavo ponendo in una dimensione 'altra': non del tutto spaziale o temporale, direi, ma confondibilmente ipotetica.
Oggi, come tutti i giorni, del resto, ricorre il ricordo di avvenimenti in varia misura indimenticati.
Alla Radio si celebra subito uno dei più recenti setteottobre ma poi si compensa (non si sa mai!) ricordandone un altro, di setteottobre: quello in cui fu congedàta dalla vita Anna Politkovscaia. (Allora non ricorreva il compleanno di Putin?)
Voglio tuttavia soffermarmi al fatidico (aggettivo etimologicamente inappropriato) setteottobre palestinese dal quale originarono sviluppi di atrocità conseguènti, che inconsultamente, da taluni, si riconoscerebbero 'sproporzionate'.
In queste ore si tende a tirare un sospiro di sollièvo per l'imminenza di Trattative di Pace, discutibili fin che si vuòle ma realistiche, e per quel setteottobre si intravede già una collocazione storica.
Ècco: quanto vorrei che fosse così!
Che, fermate le armi, si cominciasse a considerare il pericolo corso e corrente
... e come quei che con lena affannata, uscito fuòr del pelago, alla riva si volge perigliosa e guata ...
ma so che difficilmente usciremo fuori da questo gran garbuglio.
E il vento di Fellini mi avverte dei grandi rumori, boàti e scatafasci che distrattamente colpevolmente non odo.
Forse non udiamo
4C