Dal Medio Oriente all'Ucraina
di Piero Fortini---09-10-2025
Che bella notizia. Firmata la prima fase dell'accordo in MO. Grazie al contributo di molteplici soggetti, tra cui anche Paesi arabi.
Il cammino ulteriore non è scontato, non c'è naturalmente certezza.
Ma speranza sì. E già riaccendere la speranza nel buio che si era creato ha la sua grande importanza.
Speranza che nasce dal tripudio con cui israeliani e palestinesi nelle strade stanno mostrando. È la prima reazione emotiva, ma un inizio necessario.
Ora si spera che la politica, una politica seria e responsabile abbia il sopravvento. È il momento delle soggettività serie e responsabili. È tempo di cambiamenti.
I Palestinesi dovranno finalmente mostrare se vogliono essere qualcosa di positivo e costruttivo o se continuare ad essere una passività subalterna a questa o quell'altra autocrazia, terroristica o meno. Possono nella non breve transizione tracciare finalmente un progetto di proprio Stato che non sia autocrazia corrotta? I Paesi arabi potranno contribuire affinché ciò avvenga in situazione di stabilità e reciproco riconoscimento con Israele.
Gli israeliani oggi in festa avranno tra pochi mesi la possibilità di decidere una svolta politica e di governo che sconfigga l'estremismo di destra e promuova una politica di convivenza tra Stati diversi. Da decenni 2mln di arabi non solo convivono con gli ebrei, ma sono a tutti gli effetti cittadini israeliani, tanto quanto gli ebrei.
È una situazione quasi incancrenita che, per sanare le ferite, impone a tutti i soggetti di scrivere una pagina nuova.
Una ultima lezione credo di avere imparato, che potrebbe essere utile anche per l'Ucraina. Aldilà degli eccessi, la reazione di Israele dopo l'orrore del 7 ottobre, dopo questa dichiarazione di Hamas io ti distruggerò appena potrò, la guerra di Israele per la propria sopravvivenza che ha indebolito l'Iran e Hamas, ha decapitato Hesbollah, ha fatto il suo per il cambio in Siria è stata la dolorosa condizione perché si arrivasse alla prima odierna fase di pace.
Così deve essere per l'Ucraina, a sostegno con armi efficaci e risorse finanziarie della resistenza ucraina contro un Putin che esce indebolito dall'accordo in MO.
Non è vero che la politica, attraverso la diplomazia, sia di per sé risolutiva di fronte ad atti di forza efferati e espressione di dominio. Occorre innanzitutto esercitare una efficace risposta di forza, logorare e fiaccare l'invasore, costringerlo a più miti consigli per averlo poi al tavolo di trattative.
Putin ha finora preso in giro i molteplici capi di Stato e di Governo che a più riprese hanno colloquiato con lui. Bisogna con la forza dimostrargli che converrà anche a lui trattare sul serio.
Ora spero che anche le piazze e le strade italiane ed europee si riempiano con la stessa passione ed energia delle scorse settimane per dimostrare fattivo sostegno alla resistenza ucraina e lotta contro dittature e autocrazie.