![]() |
Un po' più di attenzione, ragazze e ragazzi
di Alberto Galanti---10-10-2025 | |
Nel suo articolo “L’addio al Novecento dei ragazzi nelle piazze”, Alessandro Baricco offre una lettura suggestiva delle manifestazioni a sostegno di Gaza, interpretandole come il segno di un nuovo modo di percepire l’impegno civile e politico, libero dalle ideologie del Novecento. Ho una grande ammirazione per il Baricco saggista: ritengo 'I barbari. Saggio sulla mutazione' (2006), 'The game' (2018), 'Quel che stavamo cercando' (2021) opere che hanno saputo dare e danno una originale e convincente lettura antropologico culturale di fenomeni che ci coinvolgono e che ciascuno di noi vive o ha appena vissuto con diversi gradi di consapevolezza. Il nuovo spunto di riflessione che Baricco ci offre con sua analisi (La Repubblica - 09/10/2025), contiene affermazioni molto impegnative. L'autore vuole cogliere l’aspetto generazionale e simbolico di un’emozione collettiva che si è espressa nelle piazze negli ultimi mesi. Tuttavia rileggendola e riflettendoci bene, si nota che l'analisi non tiene conto di altre realtà altrettanto drammatiche nel mondo contemporaneo per le quali non ci sono state le grandi mobilitazioni riservate a Gaza. Non solo la criminale aggressione russa all'Ucraina, una guerra che va avanti da oltre 3 anni, ma anche le 'guerre sfigate' (Yemen, Siria, Etiopia, Sudan, Afghanistan, Haiti, Repubblica Democratica del Congo), secondo l'azzeccata definizione di Lucia Capuzzi (Avvenire), sono tragedie contemporanee che non hanno suscitato clamorose manifestazioni. È evidente che i cortei e le proteste non nascono soltanto da un nuovo sentimento etico universale, ma anche da dinamiche mediatiche, culturali e politiche che selezionano quali cause devono diventare visibili e quali devono restare nell’ombra. In questo senso, l’analisi di Baricco, pur affascinante, finisce per essere poco realistica: trasforma un fenomeno complesso e selettivo in un simbolo di “rinnovamento generazionale” che non tiene conto delle profonde disuguaglianze di attenzione e di empatia che ancora attraversano il mondo contemporaneo. Anche il suo giudizio sul '900 paragonato a un 'animale morente' pericolossissimo per la reazione rabbiosa che mette nel cercare di sopravvivere, mi sembra non tener conto che in realtà c'è stato, in Europa, un primo e un secondo novecento diversissimi tra loro e antitetici. Quale dei due pezzi sta morendo e quale si sta riproponendo su scala globale in tutta la sua barbara inciviltà? Purtroppo non è difficile rispondere a questa domanda. Sul 'riarmo' dell'Unione Europea la vedo in modo totalmente opposto proprio perché il nemico è alle porte, l'ONU è diventata un'organizzazione egemonizzata da democrature e dittature, gli USA hanno altro a cui pensare. | |