299. Sconfinamenti
di Carlo Corridoni---13-11-2025
Grazie, Raffaella, della tua Annotazione.
Grazie a Te e a Daniela, che, col Cantiere, avete salvato me e il SITO dalla proliferazione dei Borborigmi.
Buongiorno a tutti quanti.
Èccomi al punto: come sarebbe mai possibile non sconfinare? Come potremmo mai comunicare alcunché se non ardissimo di proporre, con la massima discrezione possibile, neànche una condivisione? Un rappòrto. Un Amore?
Viviamo sconfinando fin dalla nascita. Perchè l'aria stessa che irrompe nei nostri petti dai primi vagiti spettava magàri a qualcun altro. Non era a noi destinata. Non era nostra.
Quindi scusiamoci del nostro medesimo respirare!
Ma non sarebbe proprio quell'aria a sconfinare dai fiàti altrùi nei nostri alvèoli polmonari incontaminati, a portarci lo stesso, medesimo respiro?
La vita intera è fatta di contaminazioni essenziali e la ricerca di un'ideale purezza si rivela illusoria.
Un'aspirazione innaturale. Pericolosa!
Chi può arrogarsi il rango di Poeta? Quello che comunica l'inespresso?
Quello che s'illumina d'immenso e, intanto, soffia forte sulla mia flebile fioca indegna fiammella?
Non ho parole. Meglio che non parli. Che taccia a prescindere?
(Camilleri direbbe:'Megghiu di rompiri i cabbasisi ...')
Sicché chi comunicasse dicendo, anche parlando, non agirebbe poeticamente? E disegnando? Facendo dei cenni, camminando o danzando. Imbiancando dei muri, come Alberto, o incartandoli. Come Christo fece spudoratamente anni fa?
Sono giunto al termine del mio messaggio e spero di aver espresso la mia intrinseca contraddizione sull'inevitabilità di in invasivo agire poetico.
Non lo dirò più (perché mi spiacciono le interdizioni) ma di fatto raccomanderò sempre a tutti di SCRIVERE SUL SITO e di stare sempre bene. Con se stessi e - possibilmente/passabilmente - con gli Altri.
4C