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303. Scusa, Piero:
di Carlo Corridoni---03-12-2025 | |
Facendo, come si dice, 'i salti mortali', tànte erano le cose che avrei avuto da fare, ho voluto partecipare di persona alla riunione di Iscritti a Parlare dell'àltro ieri pomeriggio. E ho fatto benissimo: la presentazione dei cinque cortometraggi che ci ha offerto Piero Fortini avrebbe meritato ben altri sforzi! La locandina dell'incontro prometteva di RAPPRESENTARE L'IMPOSSIBILE e con questo ossimoro (scelto astutamente) mi è stata fatta una promessa che neanche avrei potuto immaginare che sarebbe stata in tal modo mantenuta. Ècco: pare che il titolo della locandina provenisse da una frase di Walt Disney e vorrei approfondire le circostanze della sua primitiva espressione. Purtroppo, la figura di Walt non è stata valorizzata in modo adeguato, e, specialmente nell'ambiente socio-culturale nel quale mi sono formato in gioventù, impregnato di una forma ossessionante di realismo, egli è passato - in sostànza - come l'impresario di Topolino, un cartoonist! E basta. Da piccolo, i personaggi disneiani erano considerati subdoli promotori dell'American way of life, del Capitalismo, quasi come il grande Jacovitti potesse essere l'illustratore (!) di un giornale giovanile di parrocchia. Tanto che io potessi perfino equivocare sul suo reale nome di battesimo! Penso che occorra restituire il Grande Imprenditore (non impresario!) alla dimensione culturale che gli compete: senza esagerazioni. Per concludere, non avrei scritto queste righe di domanda e raccomandazione, insième, se questa mattina presto, su Radio3, Attilio Scarpellini non avesse parlato di Pasolini al Mandrione, dell'Adagio del secondo Concerto Brandeburghese e della pareidolìa. La pareidolia non è quella malattia che farebbe vedere una cosa per un'altra ma quella particolare inclinazione che alcuni hanno di saper RAPPRESENTARE L'IMPOSSIBILE e di altri che sanno riconoscerlo! 4C | |