Qui si parla anche di noi
di Alberto Galanti---30-03-2018
Emanuela Marchiafava, su ilpost.it, ha scritto una originale analisi del voto allo scopo di invitare gli elettori di centrosinistra e i militanti del PD ad una riflessione politica che non si limiti alle consultazioni elettorali più recenti. In fondo c'è il link all'articolo che consiglio vivamente di leggere per intero. Io sono stato colpito in modo particolare dal brano che cito qui sotto. Anche se il riferimento è ai comitati del 2013, noi di questa associazione, nata sull'onda di quelli più recenti - per il SI' e per Renzi segretario - siamo testimoni di aver trovato la stessa chiusura e la stessa impermeabilità nei nostri confronti da parte delle strutture locali del PD. Le stesse strutture che, all'indomani del congresso 2017, si sono richiuse a riccio e hanno pensato bene di incoronare un inoffensivo re travicello circondato da vestali del Nulla, tutti assolutamente inadeguati alla complessità sociale, culturale e politica della Capitale d'Italia.
Ecco il brano:
Matteo Renzi vinse il congresso del 2013 anche grazie alla tattica con cui circondò la struttura organizzativa dei circoli con i comitati spontanei, che coinvolsero moltissimi cittadini. Funzionò, ma si tradusse subito dopo in un enorme spreco di energie, perché non ci fu alcun volontà politica di assorbire quegli stessi comitati nel PD che molto spesso a livello locale si guardarono bene dal farlo. In fondo, lo zoccolo duro dei perenni iscritti è una gran comodità in un partito in cui la struttura territoriale, poco valorizzata o sostanzialmente ignorata dall’alto, viene facilmente contingentata dalle dirigenze locali. Si conoscono tutti, sai in ogni momento dove ciascuno di loro si piazzerà sullo scacchiere degli equilibri interni (anche adesso che abbiamo un PD acefalo, per dire).