..se non scrivi, di che scriver suoli?
di Alberto Galanti---17-06-2018
La nostra Associazione, pur avendone le risorse, non riesce a trasferire nel sito web, le discussioni garbate, appassionate e profonde che avvengono tra noi nel corso degli incontri settimanali in sede. Discussioni, su vari argomenti dell’attualità politica, caratterizzate sempre dalla voglia di parlare, di ascoltare e di replicare. Sono pienamente d’accordo con chi sta pensando che niente è meglio di una discussione faccia a faccia tra i vari interlocutori. Ma tutti converranno che il tempo a disposizione (2 ore in genere) e la cadenza settimanale non sono sufficienti a soddisfare questa esigenza di confronto.
Qualcuno avrà notato che qualche volta i miei interventi nel sito sono scritti con l’intenzione di provocare una discussione. Due esempi: l’intervento sulla proposta Calenda del 'Fronte repubblicano' e quello relativo alla minaccia del blocco dei porti per le navi delle ong da parte di Salvini. Non credo che foste tutti d’accordo con me, tuttavia il dibattito on line non è nato. Il nostro Presidente, in precedenti interventi sulla scuola o sull’Atac, ha cercato di assecondare il mio sforzo, ma non siamo riusciti nell’intento di coinvolgere altri. Per questo sono qui a chiedere a tutti un grande sforzo di volontà: scrivete (anche poche righe) e inviate. Se non avete tempo potete anche mandarmi il vostro l’intervento nel modo a voi più congeniale (mail, whattsapp, sms) e lo pubblicherò a vostro nome.
Le visite al sito piano piano si incrementano, ma con i dibattiti on line le persone avrebbero un motivo in più per gettare uno sguardo ai suoi contenuti.

Eccomi adesso a provocarvi di nuovo:

Abbiamo circa 600mila immigrati irregolari presenti in Italia. Alla schiacciante maggioranza non verrà riconosciuto un diritto all’asilo, perché non hanno i requisiti. All'on. Renato Brunetta, che in campagna elettorale diceva che il centrodestra ne avrebbe rispediti indietro 100 a settimana, gli abbiamo risposto, sghignazzando, che ci sarebbero voluti 110 anni. A Salvini che concionava le masse sullo stesso argomento ricordavamo che anche Maroni, alcuni anni fa, diceva cose analoghe alle sue, salvo poi arrivare a regolarizzare un milione di irregolari da ministro dell'Interno. Mi chiedo: ma se siamo polemisti così arguti e pronti, perché hanno vinto loro? Perché oggi quei 600mila irregolari si sentono peggio? Volevamo certo difenderli ma abbiamo sicuramente sbagliato il modo di farlo. Vogliamo persistere?
Abbiamo un nuovo governo da meno di un mese. Tra le tante cose promesse da M5S e Lega, una sembra non subire quelle dilazioni nel medio, lungo periodo che già si sono affrettati ad annunciare per le altre. Parlo del problema dell’immigrazione, su cui l’attivismo del ministro dell’Interno è senza sosta. L’enorme presa che questo problema ha sulle persone, ci deve consigliare di evitare una polemica “ideologica”, alla Saviano, per intenderci. Purtroppo oggi servono proposte politiche concrete e realizzabili.
L'approccio di Salvini non è ideologico. Il suo è un approccio politico che siamo liberi di considerare “fascista”, oppure rozzo o/e controproducente. Dobbiamo però sapere che, secondo i più rinomati sondaggisti, quasi il 60% degli italiani condivide la proposta di chiudere i porti (e un terzo sono elettori del PD). Le domande brutali sono queste: noi del centrosinistra abbiamo un approccio migliore che funzioni? Vogliamo vedere dove porterà quello di Salvini? Guferemo perché i morti in mare aumentino, “così impara”? Saremo contenti se l’Europa ascolterà più lui di quanto ha ascoltato noi, o finiremo per rosicare? Come vogliamo rompere il ciclo perverso che da qualche anno sta alimentando i flussi migratori irregolari? Quando ripetiamo come un mantra che dobbiamo stare vicino alla gente non è, forse, anche per ascoltare?
Come vedete, tento di obbligarvi a reagire. Spero di riuscirci.