C'è posta per noi?
di Alberto Galanti---02-08-2018
Nicola Zingaretti sappiamo tutti che si è candidato alla segreteria del PD con la seguente motivazione: per far risollevare il PD si deve seguire il modello Lazio, che lui incarna da par suo.
Il fatto che sia riuscito a vincere grazie alla divisione degli elettori del centrodestra che si sono orientati su due candidati, Parisi e Pirozzi, il povero Nicola si guarda bene dal dirlo. Così come non dice che ora è sorretto da due transfughi del gruppo misto, Enrico Cavallari (già Lega), Giuseppe Cangemi (già Forza Italia) e dalla benevolenza della Lombardi che lo tiene in vita fino a quando le tornerà utile.
In una situazione politica rischiosissima come quella che stiamo vivendo, candidarsi a segretario di un PD lacerato da miserabili lotte di potere, con l’idea di vincere e di poter continuare a mantenere anche la carica di governatore del Lazio significa una cosa sola: ha perso il senso della realtà e il suo ego ipertrofico supera di gran lunga quello del principale esponente dello schieramento (interno) a lui avverso, che pure non scherza.
Vado al dunque. Perché Zingaretti invece di scegliere di pubblicare una corposa e dettagliata mozione congressuale, scrive una lettera al direttore di Repubblica? Io credo che la risposta stia nel fatto che tutti gli antirenziani si vergognino di mettere nero su bianco le loro idee (parlo di idee politiche, degne di questo nome, non le quattro frasi in politichese che ripetono da anni).
Mi trovo perciò costretto a fare una esegesi del testo pubblicato da Repubblica (che allego) per ricavarne lumi.
“Caro direttore, di fronte all’irruenza eversiva di Salvini troppo spesso risultiamo disarmati”. Forse perché vede tranquilli e a cuccia Gustavo Zagrebelski e Lorenza Carlassare, per Zingaretti non è l’intero governo a essere eversivo. Solo Salvini.
“nel Lazio abbiamo avviato una stagione di riforme con un solo obiettivo: diventare un territorio più competitivo e più equo... (tagliate 500 poltrone, data concretezza alla universalità di diritti e welfare, contrasto alla dispersione universitaria con agevolazioni e sostegni economici a studenti) ...riforme difficili, non sempre popolari ma giuste”.
Purtroppo come governatore di una regione non ha competenze in materia di politica estera (Europa, Mondo), sicurezza nazionale, istruzione, economia e finanza, lavoro e sviluppo economico, SUD. Inoltre nel Lazio non ci sono ILVA, TAV e TAP. Per questo, più che scrivere la letterina sulle cose fatte qui, servirebbe una sua mozione congressuale che dica chiaramente cosa ha intenzione di fare sulle grandi questioni nazionali.
Non ripeto qui la citazione dell’art. 3 della Costituzione che comunque gli è servita per allungare un po’ il brodino come facevamo tutti a scuola con i temi un po’ corti.
Sono però obbligato a citare il suo nobile proposito: “la liberazione e l’emancipazione di un numero sempre maggiore di individui”, contro il quale indica due nemici: il conservatorismo (delle rendite di posizione) e il populismo.
Il M5S non viene mai nominato. Parla di populismi “che danno risposte velleitarie che non risolvono nulla e aggravano i problemi che denunciano”. Ma questa è una benevola descrizione che si attaglierebbe anche ai suoi piccoli alleati di “sinistra” in Regione.
Conclude dicendo “Il nostro ruolo è fare da cerniera” e giù una citazione parafrasata di Clinton per lanciare un'estrema captatio benevolentiae agli indecisi (interni).
Letta e riletta la lettera, mi è venuto il dubbio che “cerniera” qui abbia il significato di “chiusura lampo”. Tra cosa? A copertura di che? Le risposte che mi sono date, sarei imbarazzato a scriverle.
Zingaretti_Repubblica_02_08_18.pdf