Non tornare indietro
di Giuseppe Izzo---26-09-2018
Anche io ieri sera ero sintonizzato sulla 7 e ho visto l’incontro-scontro Renzi-Padellaro.
Non vorrei parlare dell’animosità da un lato, e l’imbarazzo dall’altro dell’editorialista del Fatto Quotidiano ,ormai House organ di 5 stelle nel dibattere della crisi evidente del Movimento, né tantomeno dell’articolato argomentare di Renzi. Sono pienamente d’accordo con Galanti, di cui condivido anche la valutazione sulla statura politica dei suoi competitor, fra cui l’ultimo in ordine di tempo il governatore del Lazio. Un suo eventuale successo sarebbe un evento negativo per il riformismo italiano. Tornare all’Unione e all’Ulivo è ricacciare l’Italia indietro di decenni e consegnarla definitivamente alle forze conservatrici e sovraniste (asse Fassina-Salvini).
Una considerazione. Renzi non ancora accenna a una delle cause fondamentali della débâcle del 4 marzo.
Gli effetti imprevisti ed indesiderati dei processi redistributivi della globalizzazione hanno creato impoverimento e paure legittime che ancora non trovano cittadinanza piena nei ragionamenti del giovane toscano, che io ritengo ancora del tutto in gioco.
Anche e sopratutto in tandem con Carlo Calenda, che coglie in questi aspetti e nella loro soluzione la rinascita di quel riformismo liberal-democratico indispensabile per fronteggiare una deriva populista europea e oltre atlantica i cui esiti possono essere tragici.
A tal riguardo attendo con interesse e impazienza la prossima uscita del libro di Calenda che si preannuncia come un manifesto per il riformismo nel nostro paese.