'Ciò che non siamo, ciò che non vogliamo'
di Carlo Mari---14-10-2018
“Codesto solo oggi possiamo dirti, ciò che non siamo ciò che non vogliamo”….e va beh, Nicola, adesso basta co sta storia! Da quando ti sei candidato (permettimi il Tu) solo “codesto” ci stai dicendo. Che sei il punto di coagulo di tutti i non renziani del PD. Bene. OK. Ci sta. Ora però dicci altro.

Ti ho conosciuto, apprezzato e collaborato con Te quando eri Presidente della Provincia di Roma e poi nella prima candidatura a Governatore del Lazio. E quindi sono pronto a sostenerti, convintamente. Però, per favore, basta con questa furbata “montaliana” che serve solo a creare un cartello franceschinian/orlandiano/gentiloniano/martiniano e forse forse neo bersaniano per scalare il PD; cartello che come tutti i cartelli elettorali ti si sfalderà fra le mani al primo stormir di vento.

Il PD è ormai contendibile, chiarissimamente. Bene, sii te stesso, come quando eri Presidente della Provincia, e non il portavoce di un cartello. Dicci quello che conta: chi siamo, e cosa vogliamo fare. Un programma, un progetto di idee. Se possibile, anche un tantinello vincente. Ah perché, dimenticavo, per il secondo mandato a Governatore del Lazio non è che tu abbia propriamente vinto; ha solo perso il centrodestra dividendosi, e non hai neppure la maggioranza nel parlamentino laziale. E governi la Regione con la benevolenza interessata dell’opposizione pentastellata di Roberta Lombardi. Tutto questo “modello Lazio” di cui parli, e si parla, francamente stento a capire quale sia. Ma tutto questo, Tu, già lo sai benissimo.

Allora, dicevamo, un progetto politico chiaro, netto, articolato. Mi permetto di dire che nella tua intervista del 12 ottobre sul Sussidiario.net ci sono spunti interessanti e promettenti: ne sono felice. Penso però che occorrano giudizi espliciti e specifici sulle politiche del Governo attuale, e non solo su quelli passati a guida PD. Sul Governo attuale, che sì, è verde, ma – sai - anche tanto tanto tanto giallo. E poi coordinate valoriali su Democrazia rappresentativa e istituzioni; Europa (su questo nell’intervista citata mi sei davvero piaciuto!!); società, uomini e donne; economia e lavoro; diritti e doveri; cultura; immigrazione, scuola e formazione. Già, scuola; Ti ricordi ancora, da Presidente di Provincia quante cose progressiste e concrete facevi per giovani e lavoro, scuola, ed i suoi lavoratori? E non eri contrito e penitente, come oggi, ma determinato ed autonomo a testa alta. E quindi popolare, in tutti i sensi. O lo hai dimenticato, per inseguire cartelli?

Contenuti, Nicola, contenuti, e possibilmente un pochino dettagliati. E strategia; metodi; alleanze. Bisogna allargare il PD all’incontro politico/culturale con altri? Sì, Nicola; è ineludibile.

Ma dicci con chi. Con quali compatibilità e con quali idee non negoziabili.

Dividendo il fronte populista, forse, come hai detto a Piazza Grande? Per liberare le energie progressiste che esso contiene? Ahi ahi! Insomma interesserebbe capire. Diccelo con chiarezza. E su tutto questo, e solo su tutto questo, e non sul “non siamo, non vogliamo”, fatti valutare da iscritti, simpatizzanti, cittadini elettori. Non da correnti interne o da movimenti altri.
Da iscritti e simpatizzanti, e dai cittadini elettori.

E basta umiltà. Non vuoi essere un leader? Bene, ma comunque un capo di partito, il primo dirigente di un partito, la guida di un partito, il primo riferimento responsabile di un partito lo dovrai essere, per forza, se vincerai. E dunque, basta con questo atteggiamento penitenziale; basta con questa rottura di scatole del “non saremo questo e non saremo quello”. Dicci chi caspita vuoi essere e che cosa vorresti che il PD fosse o diventasse. E, di grazia, senza retorica sgusciante. E quando Maurizio Martina predica e invoca “unità” nel partito, tu sei d’accordo? O con qualcuno vuoi essere un po’ meno unito?

Insomma, dicci tutto questo. E per quanto mi riguarda sono dispostissimo a schierarmi con te. Della qual cosa, come è ovvio e giusto, a te non frega nulla, ci mancherebbe.

Però non credere che io sarò il solo che deciderà se votarti, e se votare un PD a eventuale guida zingarettiana, in base - e solo in base – al profilo construens, cioè a quale progetto politico/culturale proporrai. E di questo dovrebbe invece fregartene.
“Ciò che siamo, ciò che vogliamo”, Nicola, per favore…. Nicola