Piccolo quiz (senza premi, siamo pauperisti)
di Mara Gasbarrone---09-02-2019
“Non si può fare il Pd ZTL oppure il circolo Parioli. Bisogna saper parlare con gli operai”. Chi è l’autore della citazione, udita con le mie orecchie oggi pomeriggio? Leggendo su questo sito gli interventi degli officianti del “salmo responsoriale”, non vi sarebbero dubbi: quell’attrezzo novecentesco, eletto per sbaglio al Senato nelle liste del Pd, che risponde al nome di Mario Tronti. Cari amici, compagni, fratelli (scegliete voi, per me va bene tutto), resistete qualche riga e svelerò l’arcano.

Confesso che non ho letto “Il popolo perduto” ed. Nutrimenti, in cui Tronti si fa intervistare da Andrea Bianchi, direttore dell’ufficio studi e ricerche del Pd al Senato (nonché ex giornalista del Manifesto, e questo di per sé già rappresenta un pesante indizio di propensione al pauperismo: notoriamente quelli del Manifesto e dintorni non vanno mai ai concerti e alle mostre, neanche per sbaglio…).

Però ho letto l’ultimo sondaggio di Pagnoncelli, uscito oggi sul Corriere, che oltre alle percentuali di voto (tragiche, come sempre), dà interessanti informazioni su incerti e astenuti, il 42,5% del totale, che salgono ancora di più tra le donne (48%), tra i giovani di 18-30 anni (51%), nel Mezzogiorno (46%), tra le casalinghe (51%), gli studenti (51%), i disoccupati (47%) e gli operai (46%). Le stesse categorie che danno le percentuali più alte al M5S. Insomma, casalinghe, meridionali e studenti, e anche operai, o si astengono, o votano cinquestelle.

Oserei dire che un problema di “popolo perduto” forse ce l’abbiamo e quasi quasi mi compro anche il libro di Tronti, non sia mai che ci trovo qualcosa di utile. Soprattutto vorrei capire se è colpa dell’Auditorium. Se così fosse, avremmo risolto il problema, basta chiuderlo. Ma sospetto che anche Tronti qualche volta ci vada…

Bene, adesso vi rivelo la soluzione del quiz. La frase è di Marco Bentivogli, reduce da una manifestazione sindacale di cui andava molto orgoglioso. Poi ha aggiunto: “bisogna parlare con gli operai, ma senza demagogia: su quel terreno sono più bravi gli altri”. A proposito della quale (la demagogia) mi piange il cuore a ricordare certi volantini di becera propaganda “anticasta” (nostri, ahimè) che mi stavano quasi convincendo a votare no al referendum. Ecco, niente pauperismi, niente demagogia, però ‘sto popolo lo dovemo trovà.