Per una meritocrazia regionale rispettosa della Costituzione
di Alberto Galanti---06-03-2019
Non conoscendo l'argomento, sono molto interessato ad ascoltare quanto ci dirà il prof. Cesare Pinelli nell'incontro di lunedì 11 marzo sul tema 'L'autonomia regionale e il principio di uguaglianza'. Ho partecipato a precedenti incontri con il prof. Pinelli e ogni volta ne sono uscito soddisfatto per la sua capacità di rapportarsi a un pubblico di persone non esperte, riuscendo sempre a spiegare concetti complessi in modo chiaro ed esauriente.
Il poco che so l'ho (ap)preso dalle seguenti fonti:
- l'articolo della nostra associata Maria Teresa Iannitto e di Marco Campione, pubblicato il 15 febbraio 2019 da ilsussidiario.net, dal titolo Autonomia regionale, un'occasione da non perdere per l'autonomia scolastica;
- l'articolo di Luigi Marattin, pubblicato il 16 febbraio 2019 da libertaeguale.it dal titolo 10 punti sull'autonomia regionale;
- l'intervista rilasciata il 15 febbraio 2019 da Stefano Ceccanti a radioradicale.it, su I problemi di profilo istituzionale sollevati dalla riforma delle autonomie regionali (vedi link).

Di mio posso aggiungere solo questo:
- le regioni virtuose vanno elogiate, imitate, ascoltate e agevolate a prescindere da chi le governi, nell'interesse di tutti i cittadini italiani ovunque si trovino a vivere, nel rispetto del dettato costituzionale, art. 116 compreso;

- alle regioni 'da non imitare' vanno chieste spiegazioni puntuali sul perché dei risultati insoddisfacenti. Esse devono essere, se serve, biasimate e commissariate, e comunque controllate e risanate a prescindere da chi le governi, nell'interesse di tutti i cittadini italiani ovunque si trovino a vivere, nel rispetto del dettato costituzionale, art. 116 compreso;

- se un malato di una regione va a curarsi in un'altra bisogna chiedersi il perché e intervenire per risovere il problema;

- se si è contrari a premiare le virtù non si può essere anche contrari a sanzionare i vizi. Non è giusto né onesto.

- la riforma costituzionale del 2016, tra le altre cose, distingueva nettamente le competenze dello Stato da quelle delle Regioni e istituiva il Senato delle Regioni. Chi votò NO al referendum, oggi rifletta sulle conseguenze di quella sua miope scelta.