Riduzione del numero di Parlamentari
di Carlo Corridoni---22-10-2019
Ho scritto Parlamentari con l'iniziale maiuscola perché avverto la necessità di rivalutare fin nei minimi dettagli queste figure politiche, che sostanziano la Democrazia rappresentativa.
Il credito che riscuotono i Parlamentari si è andato riducendo da tempo, ben prima che il Movimento M5S facesse la sua chiara scelta politica. Perfino la DC aveva i cosiddetti 'peones'!
E' fin troppo evidente che i Partiti - altra iniziale maiuscola per associazioni parimenti in fase di declino! - preferiscano giovarsi di rappresentanti docili e ubbidienti piuttosto che di teste autonomamente pensanti, con solidi legami coi propri Collegi elettorali.
La Legge costituzionale che riduce il numero di Parlamentari è stata frutto di una programmazione politica da parte di soggetti coalizzati che sul tema avevano inizialmente vedute diverse.
Per chi, come il Movimento 5S, propendeva per forme di Democrazia diretta, il numero di Parlamentari è essenzialmente voce di spesa piuttosto che risorsa di Democrazia. Mentre per il PD l'atteggiamento era sicuramente quello di qualificare i componenti del Parlamento, per la migliore gestione e conduzione del potere legislativo ad esso assegnato dalla Costituzione.
Vorrei poter approfondire, per riconoscerne l'innovatività, la tentata riforma sfortunatamente respinta dal referendum del quattro dicembre 2016, ma il discorso si farebbe doloroso, divisivo e, a questo punto, inappropriato.
Dunque, ritengo ambigua la modalità con cui si è giunti all'approvazione di una Legge costituzionale che potrebbe incidere sulla rappresentatività della nostra Democrazia.
Non temo la riduzione numerica in sé - che sarebbe anche opportuna - ma sento necessario l'aggiustamento delle cose, con successivi provvedimenti di Legge, per assicurare la forma democratica che ci tutela.
E se chiedessimo al Prof. Cesare Pinelli? Non è difficile prepararsi una domanda!