Sviluppo rurale: un concetto passato di moda che aiuta a capire (e affrontare) il futuro.
di Marina Izzo---25-10-2019
Alzi la mano chi tra voi, quando sente parlare di sviluppo rurale, non accosta questa espressione a un mondo antico, quasi mitologico, che, nella sua accezione sublimata, fa riferimento a una realtà incontaminata, soprattutto se paragonata al corrotto mondo urbano. Qualcosa che, per quanto molto seducente a livello concettuale, è in realtà passato di moda, in un’epoca come la nostra, post moderna e ipertecnologica, dove il rapporto tra uomo e natura attraversa forse il suo momento più critico. Eppure esso è di rilevanza strategica in diversi ambiti.Malgrado si parli poco di sviluppo rurale nel dibattito pubblico italiano, quest’ultimo rappresenta uno dei cardini della Politica Agricola Comune (PAC) dell’Unione Europea. E non è finita qui. Perché, per chi non lo sapesse, lo sviluppo rurale è uno degli assi tematici su cui si concentra una fetta sostanziosa degli interventi di cooperazione internazionale, promossi sia attraverso il canale multilaterale sia attraverso quello bilaterale. Infatti, per ridurre la povertà e aumentare la sicurezza alimentare nel mondo, è fondamentale la promozione dello sviluppo della aree rurali dei paesi piu`poveri. Inoltre, proprio le zone rurali saranno cruciali nei prossimi decenni per la sopravvivenza delle aree urbane: secondo stime ONU, sono circa tre miliardi e mezzo i contadini che producono cibo per gli abitanti del nostro pianeta e la popolazione agricola è ancora maggioritaria nel mondo, con Africa and Asia che ospitano circa il 90% della popolazione rurale mondiale. Ora, in considerazione della notevole crescita demografica che si registrerà a livello planetario nei prossimi vent`anni, il ruolo degli agricoltori sarà chiave per garantire l`approvvigionamento di cibo per la popolazione del pianeta. Tuttavia, secondo fonti OIM, oggi sono proprio i contadini dei paesi del Sud del Mondo a costituire una percentuale significativa dei migranti che fuggono dalle loro case. La causa sono certamente i conflitti ma, in misura sempre più crescente, i disastri naturali (siccità, inondazioni, innalzamento del livello dei mari). Perciò, nel prossimo futuro, diventerà imperativo affrontare in modo integrato la tematica dello sviluppo rurale. E questo vale non solo per i policy makers, ma anche per tutti coloro i quali aspirano a modellare -anche dal basso- il dibattitto politico.