Inutile resistere: l'automazione stravolgerà il mondo del lavoro
di Carlo Corridoni---27-10-2019
Prendo il titolo direttamente dalla Rassegna Stampa per continuare, immodestamente, la mia battaglia per la tecnologia e contro i sempre rinascenti millenarismi.
Prima di tutto: perché resistere alla 'tecnologia'? A quale tecnologia dovremmo opporci, oltre alla militare? E poi: invece di avere nostalgie passatiste o conservare ciò che c'è, non vorremmo tutti rivoluzionare questo 'mondo del lavoro', pieno com'è di ingiustizia, sfruttamento, parassitismo e ricatto sociale?
C'è chi rimpiange la classe operaia ma chi altri farebbe l'operaio oggi, nelle condizioni anteriori allo sviluppo delle nuove tecnologie?
Perfino da eminenti economisti, purtroppo non ancora emeriti, si sentono 'discorsi da autobus' - direbbe il primo Moretti, ora chissà! - a proposito delle tecnologie e della c.d. intelligenza artificiale, che sarebbero tutte ad uso del capitale e contro il lavoro. Per inciso, quel lavoro che tornerebbe presto ad essere un 'valore borghese' piuttosto che l'elemento socializzante dell'Homo Sapiens. Socializzante e, insieme, presidio dell'autonomia personale del cittadino.
Questi discorsi dovrebbero essere sviluppati nell'istruzione e nella formazione professionale dei cittadini, quindi - prima di tutto - nella Scuola, quindi nell'Università.
E la Scuola tace, perfino la tecnica e professionale, che oggi formano essenzialmente utenti di macchine, al massimo manutentori di sistemi e dispositivi, e non professionisti specializzati, che siano in grado di agire per lo sviluppo nei molteplici campi ove incidono le nuove tecnologie. Facendo eccezione nicchie di eccellenza, oggi la specializzazione non sembra favorire più l'occupazione (e nemmeno l'occupabilità), sicché, da parte dei cittadini, non cessa la rincorsa alla licealizzazione dei percorsi: quel processo necrogeno che pure sancì il fallimento della Riforma Moratti. Per intenderci, quella delle tre i.
Ma la Scuola, da sola, che cosa può fare? Fin dove può arrivare?Come può trovare le risorse, professionali ma anche economiche e logistiche per adeguare sul Territorio la sua 'Offerta Formativa'?
E la domanda di formazione chi potrebbe avere mai l'autorevolezza per poterla efficacemente orientare?
Per quanto siano passati cinquant'anni dal primo interfacciamento di due computer e settanta dall'invenzione del Transistor, possibile che su queste cose sembriamo tutti, come sempre, all'anno zero?
L'impostazione di questo intervento si addice più a un'invettiva che ad un contributo immediatamente positivo; spero però che sul tema si sviluppi un dibattito capace d'innescare il problem posing necessario allo scopo.
Buona serata a tutti.