Senectus ipsa morbus est
di Carlo Corridoni---19-11-2019
Ho fatto 'le tecniche', uso pertanto il latino - limitatamente all'intitolazione - solo per confutare l'adagio proverbiale; tanto adagio da poter essere superato perfino dalle persone non veloci, come i c.d. vecchietti.
Si può essere vecchi e sani, pur di non essere affetti da un inopportuno giovanilismo, che ci farebbe attribuire qualche inevitabile malessere a inesistenti malattie.
In realtà pure i vecchi si ammalano, sia di malattie normali, alle quali reagiscono, ovviamente, con modalità diverse da quelle della gioventù, sia di malattie nuove, statisticamente nuove - e rare - in quanto l'Umanità conosce poco questo nuovo fenomeno fisiologico-sociale dell'invecchiamento di massa.
Tutto sta a conoscere il vecchio - e la vecchiaia - attraverso la ricerca scientifica e l'erogazione di efficaci servizi sociali di sostegno all'invecchiamento.
Tutto sta, ancora, a non deprivare il vecchio dei suoi diritti di cittadino, inclusa la sua inerente umanità; diritti che spesso possono rivelarsi più costosi di quanto egli possa permettersi o anche meritare.
Come vede il vecchio? Come ode? Come mastica, come ama o ragiona il VECCHIO SANO? Ecco solo alcune delle domande che lunedì potremo porre agli esperti. Non solo per saperlo astrattamente, ma anche per confrontarne le risposte con le nostre personali senescenti risorse fisiologiche. E scoprire finalmente d'essere normali. Oppure, speriamo di no, ammalati. Forse.
Poi qualcuno tenterà pure di convincerci che invecchiare è un lusso, che il vero problema sociale consiste nella denatalità, che diminuendo la spesa per i pensionamenti l'INPS potrebbe assistere meglio tutti i restanti ... per condurli meglio all'invecchiamento. Con ancora meno soldi!
Ecco, scuserete il riferimento personale, la condizione di pensionato nuoce alla mia salute molto di più dell'invecchiamento fisiologico.
Ci vediamo il 25, alle 17, in via Ruggero di Lauria.