Il nostro confronto progressista è partito: facciamolo fruttare bene
di Alberto Galanti---10-12-2019
Ieri c'è stato il primo incontro del ciclo “Progressisti a confronto. Visioni, progetti e alleanze” che due mesi fa abbiamo deciso di avviare. Ci siamo resi conto, infatti, che nel nostro campo regnano sovrani la confusione e gli sbandamenti di fronte a fenomeni complessi, a volte sovranazionali. La destra sovranista e populista, al contrario, marcia compatta e a vele spiegate masticando pochi concetti striminziti ma chiari e di facile presa.
La nostra presunzione, con questo ciclo, è quella di riuscire a cogliere e ad estrarre, dagli interventi dei nostri interlocutori, alcuni importanti e qualificanti punti fermi che risulteranno condivisi. Su questi punti dovremmo riuscire a convergere tutti, superando l’attuale sterile fase delle distinzioni polemiche acide, velenose, autolesioniste.
Di quest’ultime ha fatto largo uso il nostro primo ospite, il sen. Matteo Richetti di Azione. Sicuramente lo ha fatto mettendo in conto che anche i successivi ospiti si comporteranno nello stesso modo. Propongo pertanto di farci scivolare addosso tutte le distinzioni polemiche, passate e future, considerandole effetti perversi dello sbandamento progressista. Il nostro obiettivo è quello di trovare il bambino nell’acqua sporca prima che affoghi o muoia di tifo (rischio più alto di quello che arrivi a essere “solo” gettato via).
Guardiamo allora a quanto di utile, di positivo o di necessario è stato indicato ieri da Matteo Richetti e su cui cominciare a convergere:
- salvare il centrosinistra dai capobastone e dalle cordate mascherate da correnti, ovunque si annidino. Su questo punto però i dirigenti di Azione dovrebbero spiegare meglio l’idea di consentire l'iscrizione al loro partito mantenendo la tessera di un altra forza politica.
- evitare di vendere fumo e di fare promesse senza coperture finanziarie;
- rivalutare le cose buone fatte dai governi Renzi e Gentiloni. Richetti ha difeso esplicitamente Jobs Act, Reddito di inclusione, Industria 4.0 e, implicitamente, molto altro.
- sacrificare i limitati e contraddittori vantaggi garantiti da Quota 100 e Reddito di cittadinanza per dirottare risorse più utili altrove.
- sbloccare l’uso di fondi già stanziati per dare risposte alla domanda di infrastrutture e di lavoro. Non importa che Richetti non abbia citato i 120 miliardi che Renzi propone di sbloccare col metodo EXPO. Io trovo che comunque abbia detto una cosa del tutto simile, sulla quale neanche il PD o +Europa dovrebbero avere riserve.
- Soluzioni realistiche attraverso più piani d’azione, in un quadro saldamente europeo, per prevenire e contenere i problemi prodotti dai flussi migratori, garantendo nel contempo la salvaguardia di ogni vita umana in pericolo.
- No ad alleanze strategiche con il M5S, vista la distanza abissale che ancora oggi ci separa da loro su molti principi basilari. Del resto Azione è contrario anche all'alleanza tattica che ha dato vita all’attuale governo Conte.

Questo, secondo me, è quanto possiamo ricavare dall’incontro di ieri. Mi piacerebbe che altri soci dessero le loro valutazioni in merito. Il ciclo è impegnativo e non possiamo limitarci a svolgere la funzione di osservatori passivi.