Lo so, ce lo stiamo dicendo da soli
di Carlo Mari---11-02-2020
Sì, lo so: che ce lo diciamo da soli è un po’ ridicolo.
Però l’incontro che la nostra Associazione ha organizzato e realizzato lunedì pomeriggio con il Ministro dell’Economia Gualtieri e con il Prof. Pinelli è stato di grande soddisfazione per noi.

Intanto nel merito. Prima uno scambio di riflessioni interessanti (e niente affatto paludato) fra i presenti e il Prof. Pinelli su temi coinvolgenti come riforma elettorale, referendum su taglio parlamentari e prescrizione. Un dibattito che già da solo avrebbe potuto giustificare l’evento. E invece, come ha simpaticamente osservato lo stesso Pinelli, era solo l’ouverture che introduceva al vero concerto: l’incontro col Ministro. Il quale ha fatto la sua parte perfettamente. Una relazione introduttiva di una qualche consistenza, ma senza sforare coi tempi e lasciando ampio spazio a domande e interventi. E poi soci ed amici presenti che hanno arricchito l’incontro non solo con le domande, ma con riflessioni e valutazioni proprie, di spessore. Le risposte del Ministro che sovente davano atto agli intervenuti della profondità delle riflessioni. Insomma non un dibattito urlato, oppure preconfezionato, ma vero e serio: civile.

E poi l’aspetto organizzativo. Insomma, diciamocelo: ha funzionato tutto come un orologio svizzero. Se il Festival di Sanremo il prossimo anno lo fanno organizzare ad “Iscritti a parlare” mi sa che funziona pure meglio: come tempi, incastro di ogni tessera al suo posto. Senza gossip urlato. E riusciremmo a chiudere le serate pure prima delle due di notte!!!!
Non era facile mettere ogni cosa al suo posto e farla funzionare. Ci voleva la convinta partecipazione di tutti. E in effetti ognuno ha assolto alla propria funzione con misura e disponibilità. A cominciare dai tanti soci che hanno concorso alla organizzazione: contatti iniziali, progettazione, programmazione, inviti, promozione, preparazione della sala (e poi persino sgombero della sala stessa per lasciarla pronta per la successiva attività del teatro che ci ospita), coordinamento costante fra tavolo di presidenza e organizzatori all’ingresso. Gestione della serata. Vivacizzazione del dibattito con riflessioni di spessore (e contenute nei tempi) e non ossequiose, ma stimolanti. E non era facile costruire questo incastro, con ospite un Ministro che, comprensibilmente, potrebbe sempre venir meno all’ultimo momento, per sopraggiunti impegni. E invece il Ministro ha spaccato il minuto, e alla fine si è fermato anche più dell’ora che aveva promesso. E il Prof. Pinelli, un importante Docente universitario, che ha accolto il ruolo di comprimario, ma soprattutto di riempimento di uno spazio di attesa, e poi di solo ascolto, fino all’ultimo minuto.
E il Ministro che, certamente, essendo in piena campagna elettorale, ha pur fatto promozione di sé e del proprio operato politico, però comunque con la gradevolezza e sobrietà che lo distingue. E toccando temi e problemi reali, che già nell’incontro avuto con noi la scorsa primavera aveva approfondito ancor più, senza il condizionamento comprensibile di una campagna elettorale. Un incontro, quello dell’aprile 2019, che come lui stesso ci ha detto, lo aveva impressionato piacevolmente, e ragione non ultima della sua accettazione di questo nostro secondo invito, in giornate per lui indubbiamente convulse di impegni politici ed elettorali.
E la sala piena e partecipe. E persino i fotografi, che hanno fatto il loro lavoro come si deve, con professionalità. Foto preventive prima dell’evento. Poi due minuti frenetici di scatti e flash all’arrivo del Ministro, e poi ci hanno lasciato dibattere in tutta tranquillità. E non ultima la scorta del Ministro, che c’era e non si vedeva. Come ha da essere. Senza creare impacci: ma c’era.
Insomma una serata interessante e piacevole ad un tempo: un connubio non sempre facile.

Va beh, vi sto già sentendo: ma ve le dite da soli queste cose? Sì, però non per autocompiacimento banale e ridicolo: ma perché siamo indotti ad esprimere una riflessione. Quando c’è partecipazione, civile, professionale, equilibrata, ogni cosa può riuscire in modo adeguato. Può ottenere un risultato, oppure no: però almeno lascia le persone rasserenate, e rassicurate su un punto. Che essere civili, socializzanti ed empatici, si può. A dispetto di chi vuole vedere - e far essere - il contesto sociale solo frenetico, aspro, umanamente divaricante, aggressivo. Lo è già di suo, complesso e duro, non serve che ci aggiungiamo del nostro !!!
Un po’ di sano umanesimo non guasta. Ognuno fa la sua parte con convinzione, serietà, disponibilità e senso della misura.
E’ la bellezza dello stare insieme, socialmente e culturalmente: e umanamente.