Grazie
di Marina Izzo---25-02-2020
Da ieri sono entrata a far parte del Direttivo della nostra associazione. Vorrei ringraziare tutti coloro che mi hanno dato fiducia, ribadendo la mia volontà di impegnarmi sempre più a fondo nell'organizzazione e nello svolgimento delle nostre attività. In questi giorni mi sono spesso sentita ripetere che sarebbe importante coinvolgere maggiormente i giovani nella vita dell’associazione. Stabilito che è sempre molto gratificante sentirsi annoverare fra i “giovani”, anche quando ormai si appartiene a una categoria che, fino a qualche decennio fa, era considerata a pieno titolo come età adulta (se non, addirittura, quasi prossima alla mezza età), penso sia importante chiedersi a questo punto: quali giovani? Coloro che si trovano in una fascia di età sotto i 20 anni? In questo caso, la nostra associazione si trova in una posizione privilegiata dal momento che, nei suoi due anni di vita, ha condotto moltissime iniziative nelle scuole superiori, coinvolgendo ben 18 istituti scolastici. O, forse, vorremmo concentrarci sulle persone comprese tra i 20 e i 35 anni? Credo che non si tratti di un compito particolarmente difficile. Se, infatti, è vero che la politica (intesa come impegno in prima persona in un partito) rimane ancora poco attrattiva per questa fascia di età, appare evidente che vi sia un’importante presa di coscienza da parte di questa categoria nei confronti di tematiche che hanno un impatto diretto sul loro futuro, prima fra tutti, la questione ambientale. Vi è un progressivo ritorno fra questi ragazzi e ragazze a forme di associazione volte a discutere argomenti che spesso sono trascurati (o addirittura snobbati) dalle generazioni più anziane. Penso che Iscritti a parlare debba volgersi verso queste nuove realtà, cercandole, invitandole a parlare e, soprattutto, ascoltandole. Promuovendo forme di collaborazione con loro per portare avanti progetti e iniziative, magari tentando anche di accedere (laddove possibile) a finanziamenti europei (non come capofila, ma come parte di una rete di soggetti). E’ sicuramente arrivata l’ora di aprirsi e anche, perché no, di rischiare. Vi sono infine coloro i quali sono chiamati giovani, ma che tanto giovani non sono più : coloro che hanno un’età compresa tra i 35 e i 50 anni. Inutile nascondercelo: sono i soggetti più difficili da raggiungere. I grandi assenti dal dibattito politico e, alle volte, anche da quello pubblico. Sono i più difficili da incontrare, anche nelle sedi di partito, dove , seppure in difficoltà, le organizzazioni giovanili sono comunque attive. E’ la generazione perduta, quella dei delusi, di coloro i quali sono cresciuti guardando con sospetto la politica e l’impegno civile, ritenendoli più degli strumenti per fare carriera, che non frutto di uno slancio appassionato, volto a tentare di cambiare (in meglio) la società. Una generazione che ha studiato, che si è preparata, più e meglio alle volte dei propri genitori, ma che non ha trovato le stesse condizioni per “fiorire”, anzi. Spesso precari, incattiviti, richiusi in se stessi, si sono sentiti abbandonati dalla politica ancor più dei propri fratelli e sorelle più piccoli: di loro non si parla mai, nemmeno quando si fa riferimento ai giovani. Infatti, si trovano in un’età troppo avanzata per essere considerati ancora tali. Ma allo stesso tempo, non sono abbastanza anziani per ricevere le attenzioni che si riservano a una categoria fragile. Riuscire a raggiungere e interessare questi individui sarebbe davvero una vittoria. Ci proveremo. Lasciatemi concludere, rivolgendo un pensiero a chi mi ha preceduto. Tra i membri del Direttivo che ho sostituito insieme alle brave Emanuela e Mara, vi era anche mio padre, Giuseppe. Vorrei dedicare questo mio mandato a lui, che nei giovani e nell'impegno ha sempre creduto. Lui che mi ha sempre spronato a dare il meglio di me, anche quando inseguivo e vivevo le mie passioni. Perché passione e impegno non sono disgiunte, anzi. Sono l’una il complemento naturale dell’altro. Grazie ancora e buon lavoro a tutti noi.