La trasparenza non è più una virtù?
di Alberto Galanti---26-02-2020
Sento la necessità di dire la mia sulla questione del rinnovo delle cariche sociali perché probabilmente tutto è riconducibile a una banale considerazione di ordine pratico.
Alcune informazioni preliminari: i soci fondatori dell’associazione sono 16.
Il Consiglio Direttivo uscente, quello eletto due anni fa alla nascita dell’associazione stessa, era composto ovviamente da tutti “Soci fondatori”.
Per garantire una graduale transizione verso la normalità, mantenendo saldi i principi e i valori indicati nell’atto costitutivo, il nostro Statuto prevede che, SOLO PER IL PRIMO RINNOVO, dei sette membri del Consiglio Direttivo almeno quattro continuino ad essere scelti tra i “Soci fondatori” dell’associazione e i restanti tra i“Soci ordinari”, cioè coloro che hanno aderito all’associazione stessa nel corso del tempo pur non avendo contribuito a fondarla.
Tra due anni questo limite non è più sancito dallo Statuto perché si è presunto che l’associazione sarà diventata sufficientemente solida e matura per eleggersi un Consiglio Direttivo i cui membri non debbano più essere ripartiti tra fondatori e ordinari. Saranno tutti candidabili e tutti eleggibili, senza riserve di posto.

Fatta questa doverosa premessa passo ora a fornire una mia lettura dei fatti.

Per evitare inutili dispersioni di voti, abbiamo deciso di chiedere preliminarmente a tutti i soci la disponibilità ad accettare la carica di Consigliere nel caso fossero risultati eletti. I disponibili erano, come sappiamo tutti, quattro tra i soci fondatori e quattro tra i soci ordinari. Su questi otto s’è concentrato il voto dei soci. Naturalmente balzava agli occhi il fatto che, essendo quattro i posti riservati ai fondatori, i quattro disponibili ad accettare sarebbero stati eletti a prescindere dal numero delle preferenze ricevute. Questo è bastato perché i votanti preferissero orientare la loro scelta tra i soci ordinari. Solo chi non considera questa dinamica può ritenere che l’esito del voto sia stato “critico” verso i Consiglieri uscenti. Sappiamo tutti che non è così e conosciamo bene la stima e il consenso di cui i consiglieri uscenti godono all’interno dell’associazione. I risultati eccellenti raggiunti, elencati nelle relazioni conclusive del mandato approvate all’unanimità dai soci, sono lì a confermare la ragionevolezza di questa mia spiegazione dell’esito del voto. Tengo così tanto a questa associazione e alla sua immagine che mi sento di dovere e potere affermare che la trasparenza con la quale abbiamo proceduto è totale. Del resto s’è vista bene, dati gli esiti della consapevole ed encomiabile rinuncia a ogni strana forma di “organizzazione” preventiva.