...oltre lo scoop!
di Rosy Ciardullo---01-03-2020
Le punte più avanzate del giornalismo di questo paese, da qualche tempo, si interrogano sulle cause scatenanti di tanto fervore informativo su questioni emergenti (Coronavirus, migranti). Lo zelo nel diffondere la notizia dell'epidemia da Coronavirus, detta anche infodemia, prende corpo soprattutto nei social media e raggiunge il picco nei talk. Le stesse notizie invadono con accanimento tutto il circuito informativo per tutto il giorno: mattina, pomeriggio e sera.
L'insufficienza di criticità, riscontrata da molti della categoria, ha lasciato il campo ad una proliferazione di dati contraddittori e toni esasperati.
Effetti così deflagranti, in qualche caso grotteschi, si sono registrati, solo nel nostro paese. Qualcuno ha invocato perfino il blocco del Trattato di Schengen (1990) e,addirittura, una nuova maggioranza nel paese per affrontare l'emergenza.
Certo,anche altrove in Europa, i casi conclamati sono in aumento, ma dubito fortemente che raggiungeranno mai i toni esasperati che abbiamo conosciuto qui.

E' vero, trattasi di una grave epidemia che causa la morte del 14% della popolazione anziana ultraottantenne che lo contrae, già interessati da malattie pregresse. Secondo me, moltissimi. Ma è vergognoso affermare o lasciar trapelare che trattandosi di popolazione anziana, tutto sommato, è meno grave. Che cos'è, una rinverdita soluzione finale, questa volta da virus?

Sulla scorta di quanto ci ricordano la letteratura e la storia, le epidemie sono state sempre dei passaggi sconvolgenti nella storia dell'umanità.
Manzoni, ne “I promessi sposi”, parla della peste che sconvolse completamente il territori dove si sviluppò. Accadde nel 1576, al tempo di Carlo V. Per reperire risorse e risollevare la situazione economica, si giunse alla cessione di territori (Pinerolo ai francesi e Monferrato ai Savoia), a ridisegnare i confini, alla redistribuzioni di incarichi e alla ricerca di sovvenzioni con rimpallo di responsabilità tra i regnanti delle regioni colpite. Anche allora i territori più interessati furono Lombardia, Piemonte, Veneto, Toscana ed Emilia Romagna.
Se andiamo a ritroso, in epoca più vicina alla nostra, anche il grande romanziere, Albert Camus, nel suo libro “La peste”, nel descrivere la città di Orano, nel 1940, in Algeria, dove scoppiò l'epidemia, anticipa i meccanismi incontrollabili scatenati dalle notizie, sciatte e confuse, che contribuirono al disagio. Già allora si verificò quello stiamo vivendo oggi. Ma ci parla di una reazione inaspettata. In quel contesto difficile, nonostante la penuria di carta, nacque un nuovo giornale, Il Corriere dell'epidemia, per limitare il panico, fare chiarezza e vincolare la gravità delle cose solo a notizie precise e oggettive, privilegiando criteri obiettivi e non ansiogeni..


La vera confusione è stata indotta, in gran parte, dal sistema dell' informazione, più in generale dal circolo mediatico complessivamente.
La tensione quotidiana a cui è sottoposta la psicologia della gente, già indebolita dalla grancassa della propaganda politica, veicolata dai proclami dei bulli sovranisti e populisti, nazionali e internazionali, ha scardinato concettualmente anche l'antico concetto di scoop giornalistico. Che significava una sola notizia su di un fatto, nuova e proveniente da fonte attendibile. Era l'antica malattia dei giornalisti : essere in prima linea per raccontare prima degli altri.
La sfida oggi è occupare spazi sempre più illimitati per raccogliere più audience.
E' un altro discorso.
La notizia completa il giro solo quando il circuito dell'informazione è stato percorso in ogni direzione: social media, talk, carta stampata, televisioni pubbliche e private.
una dinamica infernale.

A breve, dal momento che si è riacceso il conflitto sanguinoso, tra Russia e Turchia per impossessarsi della Siria, insieme al virus, riprenderà il tema dei migranti. La macchina salviniana sarà di nuovo in moto per il passaggio in Europa dei profughi siriani, di cui circa seicentomila bambini. L'argomento è solo rimandato per via del coronavirus.

La mia provocazione (ma non è solo una provocazione, ci credo).
Poiché il nostro paese è in un vistoso calo demografico, si potrebbe fare lo sforzo umanitario di accoglierli tutti.
Oggi molto piccoli, in un futuro non tanto lontano, potrebbero diventare cittadini italiani a tutti gli effetti.
Questo sì, sarebbe un bel dibattito.