Il virus ci obbliga a politiche globali
di Tonino Pellegrino---25-03-2020
Segnalo questo scritto che mi è pervenuto da Michelangelo Tumini cordinatore di circolo SI di Osimo, Offagna, Castelfidardo, Loreto.


La pandemia che ha colpito il nostro Pianeta Terra, come ben è stata definita dall’OMS, va in controtendenza rispetto ai TRUMP, ai JOHNSON, AI BOLSONARO, AI SALVINI,AGLI ORBAN, AGLI AYATOLLA ED AI JIADISTI. Quello che stiamo vivendo in questi giorni sta a dimostrare i danni provocati dalle politiche economiche che hanno vinto dagli anni della svolta che iniziò con la THATCHER e con REAGAN. Mi limito a ricordare i tagli alla Sanita’ Pubblica, alla Pubblica Istruzione, alla Ricerca, tutti finalizzati a tagliare in questi settori non solo il costo del personale, favorendo così la concentrazione della ricchezza prodotta in mano soltanto al 10% della popolazione mondiale.(per chi ha voglia di saperne di più può consultare l’opera scritta da THOMAS PIKETTY “IL CAPITALE” nel XXI secolo).
La serie storica sulla distribuzione della ricchezza su cui Piketty ha impostato la sua tesi per assicurare una redistribuzione della ricchezza proponendo un imposta progressiva sui patrimoni, mostra esattamente cosa è successo dalla fine degli anni 80 al 2012 anno di pubblicazione dell’opera prima citata.
Il tema su cui mi preme attirare l’attenzione, in questo contesto della pandemia coronavirus, è: l’interdipendenza che si crea per ogni accadimento tra tutte le realtà di questo nostro Pianeta Terra. Interdipendenza che i tanti Presidenti e segretari di partiti e/o movimenti autodefinitisi “sovranisti” e/o “America first” –“prima gli italiani” etc…..etc….negano, pensando che la cosa più giusta da fare sia creare barriere. Ciò, a noi della Sinistra che c’è, pone l’obbligo di prendere coscienza con serietà che oggi il COVID 19 domani qualche altro tipo di batterio ci potrà colpire fregandosene di quale colore sia la nostra pelle e dove nasceremo. In una parola dobbiamo imparare a fare sistema per riuscire a dare risposte ad un cambiamento che è in atto da anni e, che per idiozia, “la politica” ha ignorato nonostante le avvertenze che la scienza ha dato sul tema dei cambiamenti climatici.
I virus come Ebola e Sars avrebbero dovuto insegnare qualcosa, invece sono prevalse le scellerate teorie “no vax” ed il ripudio di azioni congiunte a livello mondiale facendo dissolvere il ruolo oltremodo opportuno e necessario dell’O.N.U. non solo come gendarme sui conflitti bellici, ma anche come organismo di indirizzo nel predisporre azioni e politiche da praticare nelle situazioni come quelle che stiamo vivendo oggi e chi si ripresenteranno nei prossimi anni.
E’ compito proprio della Sinistra riappropriarsi dei valori di un governo mondiale che diventa sempre più necessario perché l’interdipendenza non ci consente di ignorare che uno stormir di fronde a livello locale in poco tempo- vista la velocità in cui ci si sposta all’interno di questo nostro piccolo pianeta – si riverbera a milioni di chilometri di distanza- portando ovunque gli effetti che si sono prodotti in un piccolo bar di un paesino sperduto.
La profezia di cinque anni fa di Bill Gates che presto sarebbe potuto arrivare dalla Cina una variante dell’aviaria tanto che nel 2018 l’OMS ipotizzava l’avvento della “malattia X” convinse Obama a creare una “ task force” per affrontarla, ma subito dopo l’elezione di Trump fu smantellata. Oggi Enrico Giovannini(Vedi L’ESPRESSO DI DOMENICA 8 MARZO 2020) e di (domenica 22 )portavoce dell’Alleanza Italiana per lo Sviluppo sostenibile sollecita una presa di coscienza affinchè:” se lo shock che stiamo vivendo è “ sistemico” e di lunga durata sono necessarie politiche che devono pensare a “trasformare” il sistema.
Aggiunge precisando che “usando le categorie utilizzate nella ricerca condotta presso il Joint Research Centre della Commissione Europea sul disegno di politiche intorno ai concetti di vulnerabilità e resilienza a fronte di shock sistemici bisogna abbandonare la classificazione usuale di politiche in economiche, sociali ed ambientali, per passare ad un approccio basato su politiche che proteggono, che preparano, che prevengono, che promuovono e che trasformano i nostri sistemi. E ciò dovrebbe valere sia a livello nazionale che europeo. Invece di concentrare il dibattito sulla flessibilità di bilancio (certo necessaria) dovremmo discutere su come bilanciare le esigenze di protezione (cassa integrazione), con quelle di prevenzione (ricerca scientifica) e di promozione (investimento nei sistemi sanitari) con quelle di trasformazione (rientro in Europa di produzioni dall’Asia). Tenuto conto che gli scienziati ci dicono che con il cambiamento climatico la diffusione dei nuovi virus sarà più frequente, per cui bisogna investire oggi per essere più capaci di gestire analoghe situazioni in futuro. Inoltre va aggiunto la necessità di preparare nuovi strumenti che orientino la futura ripresa nella direzione del green new deal, così da trasformare il nostro sistema economico in senso ecologico e ridurre i rischi sanitari derivanti dalla crisi climatica.”
Mi permetto di aggiungere che una tale impostazione non va pensata soltanto per l’Italia e l’Europa (certo già molto avanzata ed appropriata per poter dare all’Europa un’identità forte).
Un’identità difficile a realizzarsi per l’elevato nazionalismo che in molti è duro a morire.
Certo un tale percorso potrebbe ridurre il timore di impostare una politica fiscale ed una politica salariale comune, che faciliterebbe l’inverarsi di politiche di bilancio solidaristiche funzionali a ridurre sia le paure su una potenziale inflazione , che per dare risposte certe alle speculazioni finanziarie. Speculazioni che vengono favorite dalla mancata autorizzazione alla Banca Centrale Europea di operare come regolatore di ultima istanza , consentendole di poter effettuare operazioni di open market e di emettere EUROBOND o COVIBOND che dir si voglia).
Ciò che si sarebbe dovuto fare sin dalla crisi del 2008 e che Draghi, da eccellente governatore, ha saputo tamponare e gestire nonostante i vincoli che tentarono di imporgli il Ministro delle Finanze Shoedrer e quelli degli altri Paesi Nordici.
Pertanto ritornando all’interdipendenza diventa necessario e d’obbligo pensare ad una strategia di” globalizzazione dei diritti” visto che un virus ci sta obbligando a pensare in modo solidale nonostante( i Trump, i Sovranisti , gli Ayatholla ed i Jidahisti e ...) tutti quelli che pensano di erigere muri, palizzate, barriere doganali, guerre commerciali per accaparrarsi mascherine e medicinali, per tentare di fermare “il conoravirus” i possibili “ untori”, e chi ha fame e fugge dalle guerre, senza pensare che si può fermare soprattutto chi sceglie di portare gli aiuti dove c’è ne bisogno.