Il Titolo V° della Costituzione Italiana e la relativa tutela della salute
di Stefania Farinelli---13-04-2020
Contra factum non datur argumentum
adagio giuridico: contro i fatti, le argomentazioni non hanno valore


In Italia, alle ultime elezioni politiche, del 4 marzo 2018, il Movimento 5 stelle ha raccolto più del 32% dei consensi, come dire che un italiano su tre ha votato per codesta compagine. Lo stesso risultato, però andava interpretato, saggiamente, non solo quale vittoria dimezzata, (con speciali lodi al 'rosatellum'), bensì quale vera e propria mezza sconfitta.
Tutti noi che temevamo il 'Parlamento come tonno in scatola' e l'insensato 'uno vale uno' abbiamo assistito ad un progressivo e costante cambiamento, nel biennio, o meglio ad un ravvedimento, culminato con le recenti dichiarazioni, del più accreditato aedo dei 5 stelle.
Infatti Marco Travaglio, a guisa di Colbert, Ministro delle Finanze dello Stato assoluto di Luigi XIV°, ha tuonato contro gli errori della Regione Lombardia, auspicando un'accentramento delle disposizioni, presso l'apparato governativo, come dire: 'gettiamo nel cestino le disposizione del Titolo V°'.
A questo risultato di differenziazione fra specificità e concernenti attribuzioni, gli antichi romani erano pervenuti sin dalla rivolta della plebe, del 494 A.C., illuminati dal saggio Menenio Agrippa, che aveva, con il suo famoso apologo, messo in guardia il popolo romano dalla confusione di compiti e funzioni.
Assimilare il contrasto al Corona-virus ad una guerra è accettabile, ed è proprio nella gestione di una guerra che sono necessarie disposizioni accentrate e inequivocabili e a volte, ardite.
Di fatto nel 1812, il Generale Michail Kutuzof, decide, drasticamente, di cedere al nemico, l'ex-capitale, Mosca, manovra apparentemente disonorevole, che in realtà costituisce l'inizio della definitiva disfatta francese.
Ed è più che certo che Hitler non avesse letto 'Guerra e pace' perché in tal caso si sarebbe risparmiato, nel gennaio del 1943, una delle sue più cocenti sconfitte.
In sintesi e come afferma un vecchio adagio lombardo 'Offelé fa el to mesté (pasticciere fai il tuo mestiere) alle Regioni spetta il compito di raccogliere i dati sul territorio e all'Apparato Centrale di governare.
Per finire, vorrei richiamare l'attenzione di chi legge sul controllo fito-patologico, di piante e fiori, destinati all'import/export. Detta funzione, nel passato era affidata ad un Ente centrale, mentre attualmente risulta disseminata fra le varie regioni, ai sensi delle disposizioni del noto Titolo V°. Non esistono elementi per collegare la Xilella, che tanti danni ha arrecato all'olivicultura nazionale, alle nuove disposizioni, ma rimane, tuttavia un sensato dubbio, considerato che, detti guai, in passato non siano verificati.