Iscritti a Parlare presuppone un Foro
di Carlo Corridoni---18-04-2020
Cari Amici.
Domani, alle 17.30, ci incontreremo in teleconferenza per discutere sul tema: 'LA SOCIALITA' ALL'EPOCA DEL COVID19: LE RELAZIONI VIRTUALI HANNO SOSTITUITO QUELLE REALI?'
Il titolo di questo tema è praticamente composto tutto di parolechiave, perfino gli aggettivi! Sicché ci sarà campo libero per tante argomentazioni da parte di ciascuno.
Da parte nostra, sappiamo bene come le nostre 'reali' relazioni abbiano una forte componente ideale, tale che la stessa medesima virtualità della riunione appare solo, e strettamente, strumentale.
La socialità si sviluppa in una quantità di dimensioni che i mezzi sufficienti a sostenerla sono praticamente infiniti, dai rapporti personali - unidimensionali - a quelli sul piano familiare e di lavoro, a quelli pluridimensionali della spiritualità.
E in ognuna di queste dimensioni la virtualità, della quale l'informatica è solo una delle ultime forme, assume adattamenti non solo specifici ma anche molto promettenti.
Nella città antica c'era l'AGORA' con il mercato. Intorno ai mercati s'accrebbero le città e in ogni città ci fu un luogo d'incontro, un posto per parlare: il FORO.
Il FORO, essenzialmente, è il nostro luogo di nascita e di esercizio, tale da conferirci costituzionalmente il suo 'imprinting'.
Ecco, per prossimità verbale, proprio da questa sua 'costituzionalità' mi viene il suggerimento che la nostra SOCIALITA' resterebbe 'costituzionalmente' tutelata pure nella triste contingenza dell'epidemia: ci sono buoni articoli che 'guai a chi li tocchi!':
Non possiamo ancora incontrarci ma conserviamo bene il diritto di comunicare e il dovere di non spegnerci. Questo è il nostro segno.