Il gioco dei dieci titoli
di Carlo Corridoni---05-05-2020
Ognuno ha coi propri libri un rapporto originale, più intimo che personale. Io, per esempio, verso alcuni libri ho quasi timore e ne riprendo la lettura attraverso rituali, tutti mentali, puntualmente osservati.
Certi libri, nel bene e nel male, li ho quasi interiorizzati: sono quelli dell'apprendimento e degli esami, quelli ''donde l'ovvia conclusione''. Conosciuti, quindi, ma elevati al rango della 'riserva aurea' inalienabile.
Altri ancora mi indispettiscono ma non me ne allontano: sia per il dubbio di non aver capito bene quello che vorrebbero dire, sia per corroborare le mie impressioni, ancorché negative.
Ce ne sono che li leggo e rileggo pur sapendo esattamente dove vanno a parare: così come si guardano e riguardano i DVD di Filumena Marturano o Guardie e ladri, per apprezzarne le più sottili sfumature. Per sentirmi bene, al centro delle mie certezze, delle mie convinzioni.
E poi i libri-labirinto, i libri frattale, i Cavalieri inesistenti scritti dai loro personaggi medesimi ... I Nomi della Rosa!
Sicché dieci titoli ne varrebbero anche uno solo: puoi sceglierne uno per ciascun atteggiamento di lettura, ma puoi anche leggerne uno solo ma di volta in volta con un diverso atteggiamento di lettura.