In difesa della quote rosa (nella lettura, almeno)
di Marina Izzo---10-05-2020
Effettivamente ci avevo già pensato, non ora, in occasione del gioco lanciato da Alberto, ma molto tempo prima, quando mi era capitato di riflettere sui miei gusti di lettura. E’ vero, ho una netta preferenza per la scrittura femminile. Questo non vuol dire che non ami e non apprezzi i grandi autori uomini, del presente e del passato, ma solo che, soprattutto nell’ambito della narrativa, riesco a identificarmi maggiormente nella scrittura delle donne. Questa identificazione costituisce quel quid in più che mi consente di essere trascinata pienamente nell’universo descritto. E’ come se la scrittura delle donne riuscisse a farmi sganciare dal puro approccio razionale alla lettura e riuscisse a coinvolgere anche la mia emotività: in poche parole, mi consente una lettura più “piena” del testo, maggiormente presente. E’ sessismo? Spero di no.