L'uomo non è solo una risorsa economica!
di Carlo Corridoni---26-05-2020
Cari Amici.
Penso proprio che la videoconferenza di ieri, per il tema proposto e la qualità degli interventi, per la competenza delle testimonianze, sia proprio destinata ad aumentare ancora l'autostima della nostra Associazione.
Obiettivamente, l'argomento meriterebbe necessari approfondimenti, con l'occasione di continuare a dibattere nei diversi livelli la questione del disagio sociale. Disagio che presto vira al personale, all'umano, ma prova comunque la deprivazione culturale che coglie pure i non bisognosi.
A questo proposito, devo ammettere di non aver mai avuto occasioni d'incontro col volontariato, anzi di averne perfino sottovalutato l'efficacia, la reale effettività.
Vedete, per me, i termini 'volontario' e 'volontariato' erano ascritti alla categoria del 'non obbligatorio', contigui al 'facoltativo', sicché certi problemi d'intervento diretto, nel campo dell'assistenza, non dico fossi incapace di risolverli, ma nemmeno ero in grado di formularli correttamente.
E infatti, nella lotta contro la povertà, 'volontario' e 'volontariato' gratificano eticamente e moralmente le azioni tattiche della sussistenza e dell'aiuto, ma occorre che queste azioni siano inserite in un più ampio quadro strategico di fondamentale obbligatorietà.
Ed è preciso l'obbligo dello Stato alla realizzazione degli articoli della prima parte della Costituzione!
In questa contingenza storica è evidente l'insufficienza degli interventi statali, che forse difettano pure di visibilità proprio mentre si vedono crescere le masse di poveri, vecchi e nuovi.
Non credo che il lavoro possa immediatamente porre un rimedio alla povertà disperata, perché per 'lavoro' s'intende una delle categorie economiche di non facile accesso, che richiedono programmazione e preparazione, mentre la situazione richiede la straordinarietà di provvedimenti politici.
Vorrei sapere quanto possa essere pianificabile una successione d'interventi politici a contrasto della povertà, con azioni che vadano oltre il contingente della sussistenza.
Non mi nascondo nemmeno come proprio nel 'lavoro nero' annidino le contraddizioni dell'iniqua distribuzione della ricchezza, fino a costituire la più potente condizione di conflitto sociale.
A seguito delle difficoltà che questo argomento mi suscita, rimando decisamente le considerazioni elogiative della 'differenza', quella particolarità variabile delle caratteristiche personali di ciascuno che ci rende il prossimo attraente: questa 'differenza' è infatti condivisa dagli 'uguali'.