Risorse in arrivo dall'Europa, quale destinazione
di Rosy Ciardullo---08-06-2020
Dando ragione a Lina Palmerini del Sole 24 ORE, stanziamenti a fondo perduto, prestiti a bassissimo interesse e a lunga scadenza, provenienti da BEI, Sure, MES, Recovery Fund e quantitative easing di circa 600 miliardi prorogati per altri sei mesi, che saranno iniettati a breve nel sistema economico europeo, dovrebbero renderci ottimisti sullo sviluppo tecnologico, scientifico e digitale, che interesserà, a breve, il nostro paese più di altri.
Però, chi è abituato a porsi delle domande, gravita nell'incertezza e nel disincanto, e non sa che cosa aspettarsi. Più fatti e meno annunci, chiedono tutti, perché la risposta non è affatto scontata.
L'Europa non ci è nemica, e questo è ormai un'evidenza ineludibile. E con un'apertura d'orizzonte a tutto campo, ha messo a disposizione, in pochi mesi, molti strumenti e la disponibilità a voler dipanare il groviglio di interessi contrapposti che attanaglia la politica europea. Con un'occhio sul mondo, si vede subito che la convenienza più grande è quella di evitare, nel prossimo autunno, una recessione di grandi proporzioni, che potrebbe incunearsi proprio in economie deboli come la nostra, e trascinare nel baratro tutta l'economia mondiale, soprattutto quella occidentale. Di fronte alla guerra commerciale ingaggiata da Cina e Usa sullo sfondo delle lezioni americane, trovarsi in una situazione politica ed economica coesa e solida potrebbe smorzare qualche preoccupazione.
Ecco che la scelta di Christine Lagarde di prorogare il quantitative easing di sei mesi è un'operazione preventiva e di resilienza rispetto agli effetti drammatici della crisi pandemica, in particolare la perdita dei posti di lavoro.

Tornando a noi, i fattori che incidono sfavorevolmente sui dubbi degli italiani, hanno a che vedere in concreto con le scelte del governo Conte e con le politiche che il PD riuscirà a portare avanti per condizionare le altre forze di maggioranza.
Si punta il dito sulle decine di miliardi in arrivo che , come ci auspichiamo, dovrebbero essere utilizzati per gli investimenti e la crescita, ma persiste la possibilità che come al solito potrebbero affluire a pioggia nelle tasche degli italiani, sotto forma di contentini, per il consenso elettorale.
In sostanza, il dubbio è questo. E l'opzione più temuta è la seconda.
Tali considerazioni, in una cornice di ritardi in ogni ambito per l'applicazione di leggi e disposizioni del governo, e una burocrazia incardinata in una mentalità parassitaria e costumi sonnolenti. Scansare l'impegno ed il dovere, non offrire all'Europa il giustificativo dei piani che si intente realizzare , potrebbe vanificare molto pesantemente gli effetti benefici e i vantaggi di questa straordinaria fase di ripresa alle porte.
L'altro problema è il dissidio quotidiano e le posizioni altalenanti nella maggioranza rappresentate, in particolare, dai 5S sull'utilizzo delle risorse in arrivo.
Intanto, sul Mes , Zingaretti si è detto d'accordo, e il Ministro della Sanità, Speranza, ha proposto un primo piano di interventi per assunzioni e medicina di prossimità, per 20 miliardi. Anche Forza Italia si è detta d'accordo sull'utilizzo dei fondi europei per un'operazione di rilancio, ma rimane sempre l'incognita di che cosa farà all'ultimo momento.