La nostra immagine personale
di Carlo Corridoni---24-07-2020
Sono mancato qualche giorno e rieccomi sul nostro SITO.
Apro subito la Rassegna Stampa e all'estratto dall'Avvenire, sulla povertà che mangerebbe la famiglia, trovo la foto di un mio carissimo amico: ritratto come un barbone, del quale ha effettivamente le apparenze, ignoro quanto col suo consenso.
Dico 'amico' non per modo di dire: in una certa qual misura saremmo anche apparentati. So molto di lui e della sua famiglia; quando ci vediamo scambiamo sempre quattro chiacchiere, con reciproco piacere ed interesse.
Lui è molto generoso e, se lo incontrate, parlateci con franchezza: tutto vi potrà sembrare meno che disperato.
Io lo incontro, spesso dalle parti di Trastevere - lui si spinge fino al Largo di Torre Argentina - e subito dopo rifletto sempre sui perché debba vivere così.
Rifletto in particolare sui suoi perché causali e finali.
Soprattutto i finali perché, sappiamolo bene tutti, la sua condizione sociale consiste ormai in una dignitosa scelta di vita. Una dignitosa scelta di vita! La sua è una condizione filosofica che ricorda quella del filosofo greco - Diogene - che aveva incentrato tutte le sue energie sulla rinuncia.
L'immagine del mio amico, accompagnata da quel testo commiserativo, mi pare - quindi - del tutto abusata. Lontanissima dalla realtà che si pretenderebbe rappresentare.