Considerazioni sul sì e sul no al referendum
di Rosy Ciardullo---14-09-2020

Dopo aver votato sì al referendum del 2016, non mi pare abbia senso votare sì a questo del 21 e 22 settembre. La proposta del governo Renzi era articolata e prevedeva interventi legislativi su più punti. Puntava alla riduzione dei parlamentari ( non un taglio draconiano di 345 persone che non rispetta alcuna proporzionalità della rappresentanza), al superamento del bicameralismo perfetto prevedendo un senato che potesse rappresentare le autonomie regionali (com'era nelle intenzioni dei Padri Costituenti),alla soppressione del CNEL, alla revisione del Titolo V. (modifica dei rapporti Stato/Regioni). Era già una proposta organica che poteva essere sviluppata in sede parlamentare insieme alle opposizioni. Ed essere una buona partenza per una nuova legge elettorale.
Da più parti, si ritiene invece, che dopo la vittoria del sì, la maggioranza di governo giallo/rossa abbia tutto l'interesse a proporre, al più presto, e ad approvare una nuova legge elettorale e procedere alla modifica dei regolamenti parlamentari. Per una questione di opportunità politica, si sa che è bene assicurarsi che i soldi ottenuti dall'Europa vengano spesi bene e poi, a breve, ci sarà l'elezione del Presidente della Repubblica. Inoltre, si dovrà garantire la sopravvivenza di alcuni partiti alle prossime elezioni. Secondo Pier Luigi Bersani e Roberto Gualtieri e buona parte del PD, è meglio buttarsi in campo avversario per condizionare e condividere vittorie e sconfitte, che stare in disparte a leccarsi le ferite.
Non conoscendo dall'interno i meccanismi mainstream dei luoghi decisionali del PD, credo che tali opinioni possono avere un senso, tanto più che non possiamo sapere in anticipo quali meccanismi e quali processi potranno essere attivati da tali pratiche. Dico però che se abbiamo questo governo e questo protagonismo in Europa è grazie alla spallata di Matteo Renzi al governo giallo/verde che ha reso possibile l'affermazione del PD in questa compagine di governo e ha potuto esprimere una rappresentanza italiana valida nelle istituzioni europee, artefice di questa Commissione europea, che come ricaduta del successo politico ha significato molti soldi in arrivo col Recovery Fund. Per non parlare del recupero della credibilità politica del paese compromessa in tutto il mondo. Renzi ha agito attraverso una piroetta di palazzo ma sempre attraverso una battaglia politica che ha allontanato il pericoloso governo giallo/verde. Dalle sfide per affermare obiettivi ambiziosi non si prescinde.
L'adesione alla vittoria del sì , non è l'anticristo contro la sconfitta e non so se farà da apripista ad altre riforme. Non suggerisce neanche una visione, è un gioco di rimessa ed uno schiacciamento della Costituzione sotto l'ondata populista. Certo, un numero consistente di no, potrebbe fare da stimolo alla maggioranza per imboccare la via delle riforme.

Intanto , continuo a vedere i 5S imbozzoliti e rigidi nelle loro battaglie bandiera, trincerati con tanto di becera prepotenza e mancanza di memoria, ad imporre le loro proposte anticasta. Ancora in lotta contro il Parlamento, in specifico contro i parlamentari .Tutto questo , nonostante i tentativi di Nicola Zingaretti di spuntarla, almeno sul MES offrendo forse in cambio di votare Sì al referendum.

Le variabili future

Dopo il referendum, nell'attuale fase critica che , da parte del Pd, si vorrebbe foriera di accordi con i 5S (che ancora si proclamano né di destra né di sinistra), considerando la pandemia da Covid che lascia prevedere ancora un altro anno di emergenza (tutto 2021 a quanto afferma l'OMS) in tutta l'Europa, e la promessa di un elettorato aggressivo non di destra ma di estrema destra, che vuole Matteo Salvini al potere (vorrei essere sconfessata dai risultati regionali prossimi) come possiamo pensare che dopo la loro vittoria, il governo che ci sarà potrà elaborare buone leggi per il paese? A partire dalla legge elettorale. I risultati delle ragionali non avranno meno peso.
Spero di sbagliarmi.
Al di là del compromesso politico, sempre lecito con l'alleato/avversario con cui si condivide un patto,come metodo personale, sono portata sempre a vagliare la natura e le performance delle origini delle forze avversarie, anche se in veste di alleate.
La memoria aiuta a vagliare il presente.