Le nuove restrizioni fra equivoci e malafede
di Carlo Corridoni---13-10-2020
Il nuovo Decreto della Presidenza del Consiglio dei Ministri suona come un richiamo a contenere la socialità anche nelle sue ingenue manifestazioni di famiglia. C'era da aspettarselo.
E' sotto gli occhi di tutti l'aumento dei contagi col rischio di doverci tutti segregare in casa e, se non vogliamo richiudere le scuole e le attività economiche, converrà seguire i consigli sul contenimento della nostra espansività e sui comportamenti più costumati.
Come a sottolineare la tempestività della nuova normativa, è intervenuto il malaugurato lutto del nostro beniamino Francesco Totti, che anche per il CoViD19 avrebbe perduto il papà.
Non vorrei che questa circostanza fosse male interpretata: la letalità del virus è e resta bassa e i danni maggiori della malattia non affliggono tanto gli ammalati che colpisce quanto l'organizzazione dei servizi sanitari predisposti sul territorio per malattie anche croniche.
Dovremmo capire così, a lume di naso, che NON DOBBIAMO AMMALARCI solo per il nostro bene ma SOPRATTUTTO PER NON IMPEGNARE RISORSE SANITARIE che salverebbero la vita di cittadini colpiti da altre più gravi malattie.
Penso che i c.d. 'negazionisti', almeno quelli in buona fede, si riferiscano alla bassa mortalità della malattia e siano insensibili alla socializzazione delle risorse sanitarie.
Poi c'è la malafede. Poi ci sono i personaggi pubblici che usano la pandemia quale strumento di lotta politica e fondano su essa le loro irresponsabili strategie.
Comprensibili a tutti e quindi smaccatamente cretine.
Care cose a tutti.