Colgo l'invito
di Clarice Zani---13-10-2020
Colgo l'invito appassionato di Carlo Corridoni e mi accingo a buttare giù qualche banale considerazione.
Le ultime amministrative sono state accolte con un grande sospiro di sollievo dalla Segreteria del PD e da noi che ancora facciamo quotidiane sedute di auto-ipnosi per convincerci a credere in questo centro sinistra sempre più confuso.
Tanta soddisfazione per nulla mi verrebbe da dire; perché se è vero che abbiamo mantenuto la Toscana è pur vero che abbiamo perso le Marche ribaltando in tal modo le posizioni (prima il CS governava 15 Regioni e il il CD 5, ora è esattamente l'opposto).

'Passata la festa gabbatu lu santu', ora ci appropinquiamo a celebrarne un'altra: la presa di Roma.
Fino a qualche mese fa nessuno poteva lontanamente immaginare che Virginia potesse avere il coraggio di ricandidarsi: uno per il famoso tormentone dei due mandati, due perché nessuno poteva immaginare che il peggior Sindaco che Roma abbia mai avuto avesse tanto ardire. Che ingenui!
Dal momento del coming out, dall'altra parte (leggasi centro sinistra) silenzio assordante, non che il centro destra abbia dato segnali di maggiore vitalità. La verità è che Roma non la vuole nessuno perché è una città di una bellezza incomparabile ma ingovernabile, caotica, individualista e malavitosa. Certo a quello che è diventata hanno contribuito tutti (politici e cittadini). E Rutelli? E Veltroni? Un piccolo contributo lo hanno dato anche loro sebbene sotto la loro amministrazione la città sembrasse più governata. E però mafia capitale non credo sia arrivata solo con Alemanno.

Ed ecco che si manifesta Calenda, a mio parere una nota positiva: Calenda è romano, è stato un manager (manager = amministratore o dirigente di un'azienda o di un'impresa, con poteri decisionali nella condotta della stessa). Sì è antipatico, ma chi lo dice che un politico debba essere un 'piacione'? Forse Roma più che di un politico ha proprio bisogno di qualcuno che sappia tirarla fuori dalle sabbie mobili in cui sta sprofondando.
Fossi in Zingaretti, che però ha gia messo veti, punterei tutto su Calenda dimostrando che per una volta il bene comune prevale sulla ragion di Partito.
E invece ci saranno le solite primarie, ormai rito vuoto e inutile celebrato solo per farci credere che contiamo, a cui concorreranno figure non proprio di primo piano e chi le vincerà si accingerà a gestire una situazione da far tremare i polsi e noi guarderemo sconfortati una città che scivola sempre più in basso.
Perché non basta tappare le buche, far funzionare mezzi pubblici ed AMA, essendo questo il minimo sindacale; è necessario un progetto di ampio respiro che attragga investimenti non solo finanziari conducendo finalmente Roma nel XXI secolo mettendola allo stesso livello delle altre grandi capitali europee.