Sul pezzo
di Carlo Mari---20-10-2020
Un programma intenso e interessante, quello che stiamo mettendo a punto per le nostre videoconferenze dei prossimi mesi. A cominciare da quella svoltasi Lunedì 19 ottobre, in cui abbiamo navigato fra numeri e grafici per cercare di capire meglio la situazione attuale della epidemia nel nostro paese. Che poi è la ragione stessa della nostra associazione: approfondire, capire, confrontarsi. E così abbiamo riflettuto su cosa ci si possa aspettare che le istituzioni facciano, a tutti i livelli, e su cosa noi cittadini possiamo e dobbiamo fare. Per essere pratici e molto concreti,abbiamo persino elaborato una utilissima pagella per le varie tipologie di mascherine :quale va benissimo, quale va bene, quale no.
E per le prossime videoconferenze davvero i temi – di grande interesse - non mancano.

Ecco, proprio su questa frase, appena affidata al computer, mi è venuto in mente che su questa ricchezza e varietà di temi possono però emergere anche approcci differenti.
Infatti uno dei tantissimi elementi di dibattito e di dialettica in questi mesi “epidemici” riguarda proprio il dubbio se per capire e affrontare la battaglia con il Covid, si debba centrare la propria attenzione solo e specificamente sul Covid, sul virus, sulla epidemia, sul braccio di ferro medicina/scienza vs virus. Insomma il primo atto dovuto per combattere il Coronavirus è parlare e occuparsi solo direttamente di Coronavirus? In questo momento ci si può permettere di dedicare la propria attenzione – ad esempio - alle elezioni americane o a quelle un po’ più lontane del sindaco di Roma, o alle strategie delle forze politiche in Parlamento e fuori?
E questa dialettica, a volte anche appassionata, sembra condizionare il dibattito privato quanto quello pubblico; la comunicazione fra familiari o fra amici come quella dei Telegiornali o dei talk shows (che, per inciso, da mesi parlano direttamente di Covid per oltre l’80% del proprio tempo di emissione comunicativa: valutazione fatta da vari istituti di analisi e di ricerca sui media).
Nel nostro piccolo, la stessa rassegna stampa che pubblichiamo sul sito viaggia quotidianamente su proporzioni contenutistiche analoghe. E ogni giorno noi redattori che ne curiamo la realizzazione ci domandiamo se e quanto “caricare” articoli che non riguardino, di dritto o di rovescio, il Covid.

Dico con nettezza. Che la assoluta centralità dello scenario ce l’abbia la pandemia non v’è dubbio: ineludibilmente e giustamente. Che tutto il vissuto, pubblico e privato, collettivo e individuale, ruoti in questi mesi ( o anni?) necessariamente attorno a questo dramma in cui tutti i paesi si trovano, si divincolano e in buona misura annaspano, non v’è dubbio. E’ – purtroppo – così.

Ma che per combattere la battaglia contro il Covid ci si debba concentrare solo sul Covid in sè, e relegare “il resto” sul piano delle digressioni intellettuali che oggi non ci possiamo permettere - uso ovviamente una voluta forzatura di immagine – beh, su questo ci sarebbe invece molto da discutere.

Che, per esempio, la questione di chi governerà Roma a partire dalla primavera del 2021 sia questione che non ha a che vedere col Covid, se non di striscio, non credo proprio. Come funziona o non funziona la nostra città ha a che fare con la qualità e civiltà della nostra vita, fisica e mentale, ed ha a che fare direttamente col Covid. L’organizzazione dei servizi, del sistema economico, del sistema formativo, del sistema relazionale cittadino ha a che fare con la vita dei cittadini; con la vita e con la morte dei cittadini… e con il Covid, che oggi è al centro del vissuto e delle possibilità di resilienza dei cittadini stessi.
E chi e come governerà gli Stati Uniti dal prossimo novembre, ha a che fare con la vita e la morte dei cittadini americani, ma anche con la dimensione politica, economica e persino antropologico/culturale dei cittadini del resto del mondo, italiani compresi. Sappiamo bene quanto incidano le scelte americane sul modello di vita e di sviluppo e sulle scelte del resto del mondo, almeno di quello occidentale. Sappiamo bene che l’esito delle elezioni americane darà linfa vitale a qualche area politica italiana e ne toglierà ad altre. Sappiamo bene che nella battaglia mondiale contro il Covid non è stata e non sarà la stessa cosa avere un Trump alla Casa Bianca oppure no.

Insomma francamente non penso si possano ritenere interessi altri rispetto alla battaglia “pandemica” questioni, problemi, scelte e focus analitici che riguardino il come Stati, Unioni, Regioni e Città si organizzano e vengono governate. Il Covid si combatte non solo – doverosamente – con le mascherine. Non solo – doverosamente – con la ricerca (ahimé, al momento disperata) di un vaccino. Si combatte anche – tanto per fare un esempio – col fornire ai cittadini qualcosa che più dell’ATAC si avvicini ad un servizio pubblico di trasporti. O più dell’AMA somigli ad un servizio pubblico di nettezza e igiene urbana. O più dell’antiscienza di un Trump favorisca un vissuto civile, progredito – e protetto.
Per questo l’impegno della nostra Associazione cercherà di muoversi a 360 gradi, così come da soci ed amici richiesto e proposto.
Approfondire, capire, confrontarsi: e collegare.
Permettetemi di dire che almeno di questo sono assolutamente convinto.
Il resto è… dubbio, ricerca e fors’anche scoperta.