Occupazione femminile e asili nido
di Rosy Ciardullo---23-10-2020
Si dice che quando un desiderio oppure un bisogno rimane inespresso, nei meandri della mente si attivano profonde insoddisfazioni e malesseri che col tempo diventano un secondo abito per l'individuo.
Un'intera generazione, soprattutto donne sono state colpite dalla mancanza di opportunità di lavoro. Si distinguono in disoccupate e persone che il lavoro non lo cercano più. Quelle che non cercano più attuano una particolare resilienza in parte nascosta spesso nelle pieghe del matrimonio che comunque non diventa la panacea di tutti i mali, anzi è fonte spesso di una vita sotto tono per l'insufficienza di denaro e la mancanza di autostima che piano piano si insinua nelle pieghe dell'anima. Un indice eloquente è il calo demografico. Il tasso di denatalità è il peggiore d'Europa e misura lo stato di cattività in cui versa la condizione umana in un dato momento. Un trend generale che si è impossessato della coscienza collettiva di una generazione smarritasi tra le maglie di un sistema naufragato.
L 'implosione ha spinto le fasce giovanili verso la precarietà validando filosofie nihiliste che forgiano globalmente una coscienza collettiva rinunciataria che produce inattività e mancanza di protagonismo. L'ego, al di là di aperitivi e rituali divertenti, non trova sbocco in professioni all'altezza delle giovani che hanno regolari curricula di studi.

Nonostante la situazione al collasso siamo, per fortuna in Europa, in cui la BCE acquista i nostri BTP e restituisce liquidità. Ed evita il tracollo del sistema. Questi passaggi che non sono facili, risultano anzi incomprensibili ai più. Così come ha avuto modo di dire più volte la vice Ministra Fornero che ha sottolineato come la cultura economica nel nostro paese scarseggi molto.
Dalla classe politica, espressione del paese, molto poco mi aspetterei dalle possibilità reali di utilizzo del fondi europei del Recovery Plan Italy, parte sostanziale del Next Generationi EU. Che doveva essere il piano di riscatto per le generazioni future. Siamo fermi alle Linee Guida. Vengono stilati i piani ma poi non vengono utilizzati i fondi per gli investimenti. L'impasse rischia di bloccare l'erogazione delle risorse. Inoltre, le disponibilità del Mes, secondo Conte non sono convenienti perché peserebbero sul debito, ma non dice che la manovra finanziaria 2021 sarà realizzata soprattutto con i soldi reperiti sui mercati con interessi ben più alti di quelli previsti dal Mes.
Mettersi al pari di altri paesi europei (Spagna, Portogallo , ma anche Francia) che non ricorrono ai fondi del Mes, non è un'operazione corretta perché sono paesi meno indebitati del nostro e che quindi ottengono crediti più agevolati sui mercati finanziari.

Asili nido e lavoro
A questo punto, visto l'incalzare della pandemia e i possibili risvolti economici negativi, la cosa più semplice è continuare a puntare su programmi di investimenti nell'istruzione (come raccomanda, al primo punto, il Recovery Plan Italy). Soprattutto asili nido e servizi integrativi per l'infanzia. Almeno per rendere paritario su tutto il territorio il diritto ad avere accesso alle strutture primarie (per adesso ne ha diritto solo 1 bambino su 4). Eliminare il divario Nord/Sud sarebbe già un primo passo per sostenere l'occupazione femminile.
Lo svantaggio che crea l'assenza degli asili nido e strutture connesse aumenta la poca propensione delle madri a rimanere al lavoro o di proporsi nel mondo della produzione. In termini di PIL la disoccupazione femminile (in Italia oltre il 50% di donne non lavora) significa minore ricchezza prodotta e, a livello personale, una percezione di fallimento che sbarra il passo di entrata nel mondo del lavoro. Non ci vuole molto a sentirsi tagliate fuori da un contesto produttivo che non garantisce posti di lavoro adeguati alle aspettative e, non da ultimo, retribuzioni dignitose.