Eva contro Eva, un vero non sense
di Rosy Ciardullo---14-12-2020
Marina, riguardo al conflitto tra donne, in particolare all'astio tra giovani e anziane (che non è scontato), mi vengono in mente all'istante un paio di motivi basici che, ovviamente , andrebbero indagati un po' meglio. Non ho la pretesa da trovare una risposta ai comportamenti umani, però qualche ipotesi si può azzardare, sulla scorta del pensiero delle donne degli Anni '70 che ha cercato di scandagliare, con l'aiuto della psicanalisi e dell'esperienza personale, le motivazioni alla base di atteggiamenti che persistono.
Il primo ha a che vedere col rapporto irrisolto madre-figlia, alle ostilità che la madre apre nei confronti della figlia già dai primi anni di vita e poi nell'adolescenza, quando bellezza e femminilità nascente cominciano a scatenare il confronto.
Si potrebbe dire che la madre è una donna mai nata perché rimane condizionata in cliché mai superati, a causa di una cultura, questa volta sì, che l'ha tenuta nelle strettoie claustrofobiche di una concezione di sudditanza mai scalfita.
Quando questo tratto di ostilità non è presente in una donna, e ce ne sono molte lontane da questi paradigmi, quella serenità è sempre imputabile al rapporto sereno e mai distante con la madre. Quasi l'antidoto contro la diffidenza e l'invidia.
Parlo di madri rassicuranti e formative sotto il profilo delle emozioni. Emozioni che spesso non si sviluppano al pari dell'intelligenza. La capacità di orientare una figlia verso una crescita armonica e verso lo sviluppo di una personalità di successo è un'operazione complessa. Mi verrebbe da dire che dietro ad una grande figlia c'è sempre una grande mamma.

L'altra questione riguarda più propriamente la condizione femminile. Nella cultura dominante, l'acceso interesse dell'occhio maschile per la giovinezza e la bellezza femminile, assunta a dogma (anche se secondo me, rispetto al passato, quest'occhio spazia in modo meno acceso e predatorio, ma è una mia proiezione) induce la donna a vivere come una seria minaccia la bellezza delle altre (giovani e meno giovani) che potrebbe causarle la perdita degli affetti e dell'attenzione e a sentirsi ricacciata nella solitudine. Secondo me, la donna continua a fare i conti con questi pensieri e con questo scarso senso di sé.

Il protagonismo delle donne procede e ciò potrebbe aiutare quel processo di visibilità di se stesse che potrebbe modificare la propria percezione aiutandole ad uscire dagli stereotipi e dal circuito dei soliti pensieri inutili.

Un'altra cosa che mi sento di dire è che Lilli Gruber ha una spiccata antipatia per Renzi e i renziani in generale. Li considera dei guastatori e dei paladini che agiscono chissà per quale causa. E non perdona. Un'evidenza di questo, la si è vista anche quando ha avuto come ospite Renzi al quale toglieva spesso la parola e adesso con la manifesta antipatia per Boschi. E non è la prima volta.
Naturalmente è un comportamento paradossale per Gruber, perché si professa apertissima e contro qualunque stereotipo, e poi anche lei inciampa.
Ammettiamo, comunque, che in generale solo nel suo salotto si avvicendano decine di donne ai vertici della politica, del giornalismo, dell'impresa e della cultura. Come nessun altro sa fare.
L'empowerment nei confronti delle donne lo pratica.