Ieri Sciascia
di Carlo Corridoni---10-01-2021
Ieri Leonardo Sciascia avrebbe compiuto cento anni.
Per tutto ieri avevo cercato di rimuovere il disagio che talune delle contraddizioni di Sciascia riuscivano ancora a importare - da anni - dentro di me, diventando, a tratti, anche mie.
Poi l'arte sua, di Elio Petri e di Gian Maria Volontè mi hanno riconciliato, per poco, con Leonardo Sciascia e con la sua consustanziale scomodità.
Ho rivisto su RaiStoria ''A ciascuno il suo'', e mi sono ripromesso di vedere di nuovo tutti i film di Petri, di rileggere articoli e libri di Sciascia. Perfino L'Affaire Moro!
La mia divaricazione con Sciascia iniziò nel 1977, quando egli, invece di prendere esplicitamente posizione a favore di quei giurati popolari che, intimiditi dalle Brigate Rosse, rinunciavano pretestuosamente alla nomina, si espresse direttamente contro uno Stato che, secondo lui, non avrebbe meritato alcuna fiducia.
Fu la Radicale Adelaide Aglietta, che pure aveva collaborato politicamente con Lotta Continua per i Referendum 'Contro il Regime', a sbloccare la situazione e a rendere possibile il processo.
Allora si approfondì, meglio: si riaccese, il dibattito sul ruolo degli intellettuali nella società civile.
Immancabilmente, il ruolo che Leonardo Sciascia si attribuì fu quello dell'intellettuale che non si schiera, così egli non si schierò, ma non per principio: per questioni di merito!
La sua posizione era stata assunta, storicamente, anche da grandi filosofi, ma sfortuna volle che, nell'occasione, pure molte mezze tacche si accodarono a dichiararsi orgogliosamente 'né con lo Stato né con le Brigate Rosse'!
Cent'anni sembrano tanti, ma non passano mai ...
Care cose.